Domenica 25 e lunedì 26 maggio si vota in oltre 400 Comuni italiani. Ma saranno Genova, Ravenna, Taranto e Matera a restituire il termometro politico reale. A Genova, il centrodestra si affida a Pietro Piciocchi (FdI, Lega, FI), uomo di continuità e fedeltà amministrativa, mentre il centrosinistra candida Silvia Salis (Pd, M5S, Avs), ex olimpica e volto nuovo. Una sfida secca tra l’apparato e il cambiamento.
A Ravenna il Pd prova a blindare la roccaforte emiliana con Alessandro Barattoni, sostenuto da tutto il campo largo. Il centrodestra si presenta diviso: Nicola Grandi per FdI e FI, Alvaro Ancisi per la Lega. A Taranto, sei candidati e un nodo irrisolto: il dopo-Ilva. Piero Bitetti (centrosinistra), Luca Lazzàro (centrodestra), Annagrazia Angolano (M5S), Mario Cito (AT6), Francesco Tacente e Mirko Di Bello. Industria, bonifiche, ospedali e disoccupazione: il peso delle promesse si misura qui. A Matera, l’ex grillino Bennardi ci riprova contro Antonio Nicoletti (centrodestra) e Roberto Cifarelli (centrosinistra). Sullo sfondo: turismo, fondi Pnrr e servizi.
Nessun sondaggio, ma mille aspettative. Ogni città è un laboratorio: si misurano i voti, ma anche le crepe nelle alleanze. Il governo Meloni cerca una legittimazione di popolo, il centrosinistra una prova di esistenza. Le liste civiche, sempre più protagoniste, potrebbero rompere gli equilibri e parlare un linguaggio che i partiti hanno smarrito. E se è vero che la politica nazionale si specchia nei municipi, allora lunedì si vota anche per capire chi davvero tiene il volante.