L’ennesimo bluff del toscano, ma tanti gli credono. Renzi non ha carte in mano. Dargli credito però fa comodo a molti. In caso di voto l’ex premier chiuderebbe con la politica

L’ennesimo bluff del toscano, ma tanti gli credono. Renzi non ha carte in mano. Dargli credito però fa comodo a molti. In caso di voto l’ex premier chiuderebbe con la politica

Iniziamo con una fragorosa risata: “Italia Viva non cerca poltrone, ministeri e sottosegretari”. Frase pronunciata ancora una volta ieri da Matteo Renzi che si commenta da sola. L’ex premier da quando sta appoggiando il governo giallorosso non ha fatto altro che chiedere spazi di potere, sia nei ministeri che nel sottobosco politico. Quindi l’ennesima finta crisi inscenata in queste ore non può che essere letta nei termini di un clamoroso bluff a cui solo alcune anime belle possono credere. Renzi non ha niente in mano e avrebbe tutto da perdere dal ritorno al voto, con il suo minuscolo partitino accreditato di qualche punto percentuale.

Perciò questa volta ha detto bene Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: “Chi crede che Renzi faccia sul serio non ha capito niente della politica italiana”. Renzi è totalmente inoffensivo, una tigre di cartapesta, un falso gigante dai piedi di argilla bagnata. I suoi penultimatum assomigliano a quelli che si possono gustare in film come Amici miei di Monicelli, che non a caso si svolge in Toscana.

L’uomo dell’Arno si diverte perché non ha nulla da perdere e il suo io ipertrofico non può stare senza comparire sui media. Renzi odia il Covid non per la pandemia, ma perché gli ha rubato un po’ la scena. Quello a cui il senatore sta puntando è al più un rimpastino, neppure un vero rimpasto. E già Italia Viva e sovradimensionata con ben due ministre, una ex transfuga della sinistra Teresa Bellanova all’Agricoltura ed Elena Bonetti alle Pari Opportunità e 40 parlamentari, ma il Toscano vuole lucrare qualcosa in più, magari tre etti di sottosegretariato ed un po’ di cipolline con qualche oliva piccante.

Ma la vera partita non è il rimpastino, o la delega sui servizi, quello è solo uno specchietto per le allodole e per eccitare qualche voglioso membro del suo partitino, magari “Lucianone” Nobili o Maria Elena Boschi. Quello a cui sembra che l’ex premier punti veramente è mettere le mani nel ricchissimo piatto miliardario della gestione del Recovery Fund, la vera partita che si giocherà in Italia nei prossimi anni. Chi controllerà il Recovery Fund controllerà la politica italiana per anni e questo Renzi lo sa bene.

Capito il bluff l’unica cosa che il Pd e i Cinque Stelle devono fare è mantenere la calma ed ignorare le sue continue postulazioni: non ha nessuna carta in mano e se qualcuno vuole “vedere” lui è finito. Numeri per giravolte in un momento così difficile per l’Italia non ci sono. E se Renzi c’avesse qualche pazzia in mente, tipo un governone magari con Mario Draghi deve solo ricordarsi della fine che ha fatto Matteo Salvini nell’estate del 2019.