Giustizia a mano armata. Paghiamo le balle di Salvini. Sdoganato dai sovranisti il mito del cittadino sceriffo. Così tanti pensano che far fuoco sia normale

L’ultima di ieri: un autotrasportatore uccide con sei colpi di pistola - ad Ercolano - due giovani incensurati scambiandoli per ladri.

Giustizia a mano armata. Paghiamo le balle di Salvini. Sdoganato dai sovranisti il mito del cittadino sceriffo. Così tanti pensano che far fuoco sia normale

L’ultima di ieri: un autotrasportatore uccide con sei colpi di pistola – ad Ercolano – due giovani incensurati, di cui un laureando, scambiandoli probabilmente per ladri. Il delitto davanti alla sua villetta mentre i ragazzi chiacchieravano fermi in auto. Qualche giorno fa un tabaccaio di Santopadre, in provincia di Frosinone, ha ucciso con un colpo di fucile un ladro rumeno. Un mese fa un assessore leghista alla sicurezza di Voghera ha sparato ed ucciso con un colpo di pistola un giovane molestatore seriale (leggi l’articolo), dopo che quest’ultimo lo aveva colpito al volto con un pugno.

E questi sono solo gli ultimi casi eclatanti. Prima ce n’è una lunga teoria. Ed allora la domanda che sorge spontanea è: siamo finiti nel Far West? E se sì, di chi ne è la colpa? La risposta è abbastanza semplice. Quello che sta accadendo e cioè l’eccessivo ed improprio utilizzo di armi da fuoco ma anche armi bianche si deve far risalire alla riforma fatta da Salvini – ieri silenzioso sui fatti di Ercolano – della legittima difesa che passò nel governo gialloverde ed a cui i Cinque Stelle non poterono opporsi per accordi di governo, ma comunque non presentarono ministri in Aula al momento dell’approvazione.

L’idea che si è diffusa da allora nella pubblica opinione è quindi quella che si può, anzi si deve far ricorso ad armi per difendersi come se non esistesse più la normativa di fondo che prevede ancora pienamente l’eccesso colposo di legittima difesa. Quello che il popolo delle Alpi leghista, memore degli antenati barbari, non capisce, è che se uno eccede nella difesa e/o uccide finisce in guai molto seri, nonostante la riforma salviniana. E quindi si finisce indagati comunque e il più delle volte si va a processo e si è pure condannati.

Questo il secondo tempo del film che manca ai leghisti e ai giorgiani (nel senso di seguaci di Giorgia Meloni) ed a tutti coloro che credono nel Far West e nella legge della Colt. Quello che non si è capito infatti è che l’Italia, per fortuna, non sono gli Stati Uniti e da noi vige ancora uno stato di diritto con una legge da applicare, magari ricordando ogni tanto che siamo la patria di Cesare Beccaria autore di quel fondamentale trattato Dei delitti e delle pene del 1764.

Fortunatamente la nostra non è solo la patria di sciamani invasati dai copricapi cornuti come quelli che si sono visti nell’assalto trumpiano al Congresso Usa oppure nelle coreografiche manifestazioni dei no vax, ma è anche la patria del grande illuminista lombardo che indicò non solo all’Italia, ma all’intera Europa, la strada della civiltà giuridica.

TUTTO DA RIFARE. Troppo spesso infatti, il contesto culturale in cui viviamo è avvelenato dalle fake news e dall’odio che nasce e si propaga in Rete soprattutto grazie a quella invenzione perversa che sono diventati i Social, veri mondi virtuali separati dalla realtà, ma in cui si impara ad odiare, protetti oltretutto da un criminale anonimato che permette di dire e fare qualsiasi cosa. Dunque la situazione è seria ed è frutto, occorre dirlo chiaramente, di una cultura della violenza e dell’odio sociale che trova il suo fondamento in partiti come la Lega e Fratelli d’Italia che spingono verso una visione manganellesca del mondo.

Infatti, non è mancato mai l’appoggio agli assassini – sia pur per difesa – da parte di Matteo Salvini e Giorgia Meloni il tutto a disegnare un fosco quadro ideologico fatto di ricorso alla violenza che purtroppo abbiamo già conosciuto nella nostra storia patria. Ed a nulla valgono gli appelli del Papa e della Chiesa Cattolica per una maggiore moderazione. E l’aspetto ironico della vicenda è che proprio i due leader citati si definiscono “ferventi cattolici” sia pure con le solite contraddizioni ipocrite. Infatti né Salvini né la Meloni sono sposati ma conviventi e in compenso sono gli alfieri più integerrimi del credo conservatore. Detto questo è forse venuto il tempo di mettere mano ad una riforma della legge voluta da Salvini e approvata nel marzo 2019 e questa dovrebbe divenire una priorità per il governo Draghi visto che i fatti successi mettono a repentaglio la incolumità di tutti, non solo dei ladri, ma anche di persone innocenti che magari vengono scambiati erroneamente per criminali dallo sceriffo di turno, come sembra sia avvenuto ieri ad Ercolano.

L’idea di Salvini e Meloni che la difesa sia sempre legittima deve venire eradicata dal credo popolare perché poi chi segue il suo istinto bellicoso si troverà a passare seri guai e l’avvocato se lo pagherà da solo, non glielo pagano certo il profeta delle Alpi o la pasionaria romana.