Cosa c’è nelle carte in mano ai tre giudici del Tribunale dei ministri sulla mancata consegna del comandante libico Osama Njeem Almasri da parte del governo italiano? Cosa ha scoperto la procura dopo mesi di indagini? Cosa rischiano – se rischiano – i quattro indagati illustri: la premier Giorgia Meloni, il sottosegretario Alfredo Mantovano, i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio?
Domande alle quali, per ora, solo l’avvocato della premier e dei suoi ministri potrà rispondere, visto che ieri le tre magistrate del Tribunale dei ministri hanno autorizzato la legale Giulia Bongiorno a visionare gli atti, accogliendo le richiesta della difesa.
Dal Tribunale una denuncia per divulgazione di atti coperti da segreto
L’altra grande novità di giornata è che lo stesso Tribunale ha formalizzato una denuncia per la divulgazione di atti coperti da segreto, in seguito agli articoli pubblicati nei giorni scorsi da alcuni giornali, che avevano minato fortemente le spiegazioni fornite dal Guardasigilli al Parlamento sull’intera vicenda Almasri.
Atti che, ha voluto sottolineare ieri il Tribunale, sono “custoditi nella cancelleria della Corte d’assise all’interno di un armadio cassaforte, salvi i passaggi procedurali previsti dalle leggi costituzionali”. Già lo scorso 12 febbraio il Tribunale aveva presentato una prima denuncia “a seguito della prima illecita divulgazione di notizie inerenti al procedimento”.
La vicenda e l’indagine del Tribunale
Il Tribunale ha poi aggiunto che ad oggi “nessun provvedimento conclusivo è stato ancora emesso” sull’indagine. Lo scorso 27 aprile, quando sono scaduti i 90 giorni di tempo previsti dalla legge per gli accertamenti, il Tribunale aveva inviato l’incartamento in procura, che ha determinato una proroga di ulteriori 60 giorni per un supplemento dell’attività istruttoria. Il termine, solo ordinatorio, non vincolante, è scaduto il 27 giugno scorso.
I giudici hanno inoltre accolto solo parzialmente la richiesta di Bongiorno di acquisire copia degli atti del governo, “con riferimento alla sola visione degli atti d’indagine escluso il rilascio di copia ed esclusa, altresì, la visione del parere del pm, in attesa dell’interlocuzione col pm sul punto”. Tra i documenti d’indagine sono presenti anche atti dell’Aise classificati, coperti da segreto, per i quali è vietata “non solo la copia ma anche la riproduzione sotto qualsiasi forma”.
Anche il legale della vittima di Almasri vuole leggere gli atti
Alla luce della parziale luce verde alla legale del governo, anche l’avvocato di Lam Magok Biel Ruei, vittima e testimone delle torture del generale libico, ha presentato ieri la richiesta di visionare gli atti. La richiesta era già stata presentata alcune settimane fa – fa sapere l’avvocato Francesco Romeo – ma era stata respinta, perché gli avvocati degli indagati non avevano ancora preso visione degli atti. “Alla luce del fatto che i giudici hanno autorizzato l’avvocato degli indagati di prendere visione degli atti, questa mattina ho reiterato la richiesta”, ha detto ieri Romeo. Nei mesi scorsi lo stesso legale aveva denunciato il governo per favoreggiamento.
Nordio professa tranquillità
Dal canto suo Nordio anche ieri ha ribadito la sua linea di difesa, ovvero, non sapevo e non sfuggo da nulla: “Sul caso Almasri non c’è nessuna fuga, semplicemente perché non c’è nulla di nuovo sotto il sole”, ha dichiarato, “Quello che ho detto al Parlamento è quello che direi ancora oggi. La situazione non è mutata, il chiacchiericcio riportato dalla stampa è completamente infondato”.
Il governo pronto a riferire in aula… ma non subito
Sempre ieri il ministro Luca Ciriani ha dichiarato che l’esecutivo non ha alcun timore a riferire in aula sull’accaduto. Tuttavia non subito… “Il Governo non è mai scappato dal confronto con il Parlamento, il Governo non ha paura del Parlamento; non ha paura di raccontare le cose come sono andate, però ricordiamo a tutti che c’è un istruttoria del Tribunale dei ministri in corso. Il Governo quindi riferirà in Parlamento quando ci saranno le condizioni per informare utilmente il Parlamento di quanto è avvenuto, in maniera perfettamente trasparente, ma lo faremo nel momento in cui sarà opportuno e utile farlo”, ha detto.
E Rastrelli se la prende con Renzi
Infine, da registrare l’attacco del segretario della commissione Giustizia, Sergio Rastrelli (FdI), a Matteo Renzi, reo, secondo lui, di aver diffuso le notizie riservate il 5 luglio scorso, durante un comizio a Genova. “Ho presentato al ministro della Giustizia un’interrogazione per chiedere se non intenda accertare come e da chi sia stata resa possibile questa indebita propalazione e la trasmissione di notizie secretate a un senatore della Repubblica, privo di qualsiasi veste nel procedimento in questione” ha fatto sapere Rastrelli. Interrogazione alla quale Nordio forse risponderà in maniera più sollecita…