Esplodono i costi del Giubileo. Il conto arriva a 600 milioni, ma il Vaticano non mette un euro. Nonostante abbia incassato 995 milioni dall’8 per mille Irpef

di Stefano Sansonetti Le insofferenze erano già spuntate fuori a marzo scorso, quando Papa Bergoglio ha annunciato il Giubileo straordinario. Ma si era posta massima attenzione nel tenerle sottotraccia. Adesso, viste le enormi difficoltà di Roma, la questione riaffiora. Il punto è molto semplice. I costi di organizzazione e gestione del Giubileo stanno crescendo di giorno in giorno. Un fardello che si scarica su Comune, Governo centrale e quindi su tutti i cittadini. Il tutto mentre il Vaticano non partecipa nemmeno con un euro. Sul punto ci sono dei numeri che fanno riflettere. Gli stanziamenti pubblici per il Giubileo sono arrivati ormai a un passo dai 600 milioni di euro. Ad agosto scorso il sindaco Ignazio Marino, che ieri ha ritirato le dimissioni, si era fatto sbloccare dal Governo 50 milioni dal patto di Stabilità. A questi se ne erano aggiunti altri 30. Ma il grosso, che tecnicamente deve ancora essere speso, è stato annunciato dal premier Matteo Renzi in occasione della presentazione dell’ultima legge di Stabilità. In quella circostanza Renzi ha fatto capire che per il Giubileo arriveranno altri 500 milioni di euro. E così si arriva alla soglia dei 600 milioni, fermo restando che il conto non è ancora finito. IL CONTO Questi soldi servono per tutta una serie di opere (alcune delle quali già in cantiere). Parliamo, per esempio, di manutenzione di tratti del Lungotevere, di riqualificazione delle stazioni di San Pietro e Ostiense, di risistemazione dei giardini di Castel Sant’Angelo, di San Giovanni in Laterano, di Santa Croce in Gerusalemme e di San Paolo fuori le mura. Un intervento specifico è in preparazione per Colle Oppio. In più è in programma la riqualificazione di tutta una serie di zone di pregio come via Zanardelli, via della Mercede, piazza della Repubblica, via del Banco di Santo Spirito, via Cesare Battisti, via IV Novembre, Largo Magnanapoli, viale delle Mura latine e via dicendo. Insomma, davvero una gran mole di opere che pesano sulla tasche dei cittadini. Per carità, è anche vero che dopo il Giubileo la città si ritroverà tutti questi miglioramenti. Ma rimane il fatto che, in questo momento, al grande sacrificio economico rimane estraneo il Vaticano. Eppure, qualcuno fa notare, le risorse alla Santa Sede non mancano. C’è chi ricorda come nel 2015 l’otto per mille Irpef destinato alla Chiesa dai cittadini italiani abbia raggiunto quota 995 milioni di euro. E basta vedere lo storico dei volumi dell’8 per mille Irpef per rendersi conto che il Vaticano incassa ogni anno più o meno un miliardo di euro. Possibile che non si potessero trovare risorse per dividere con il Campidoglio e il Governo il peso dei costi dell’evento? GLI SVILUPPI Il tema era stato timidamente accennato a marzo anche dal sottosegretario alla Pubblica amministrazione, il renziano Angelo Rughetti (Pd), il quale aveva auspicato un tavolo comune. Per carità, il Vaticano è una città-Stato indipendente. Ma la decisione di Bergoglio di lanciare il Giubileo straordinario ha una ricaduta immediata sui romani. Qualcuno potrebbe obiettare che dopo il grande sacrificio economico il Giubileo restituirà, con gli interessi, benefici in termini di indotto “turistico”. Ma anche su questo l’esito è tutt’altro che scontato. Contattato sul punto da La Notizia, il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, ha contestato che la Capitale possa riuscire ad attirare 30 milioni di visitatori. “Sono cifre campate in aria”, ha detto, se si considera che “nel Giubileo del 2000, che era ordinario e preparato con 4 anni di anticipo, la nostra associazione ha registrato solo 700 mila utenti in più”. E se anche quei volumi previsti dovessero essere avvicinati, guadagnare per gli alberghi romani sarà difficile, visti “i prezzi concorrenziali delle strutture della Chiesa”. Insomma, per gli albergatori il Giubileo può trasformarsi in un bel business vaticano. Valutazione di parte, per carità. Magari la verità sta un po’ nel mezzo. Twitter: @SSansonetti