Nella centrale idroelettrica di Suviana Bargi, in provincia di Bologna, proseguono le complesse operazioni dei sommozzatori dei vigili del fuoco per la ricerca dei dispersi dopo l’esplosione avvenuta due giorni fa. Questa mattina sono stati individuati dai sommozzatori i corpi di due dei quattro dispersi. La quarta vittima è stata identificata ed è Adriano Scandellari, un 57enne nato a Padova e residente a Ponte San Nicolò (Padova): lavorava per Enel Green Power nella funzione di O&M Hydro. La quinta vittima è invece Paolo Casiraghi.
Le ricerche erano riprese dalle 20 di ieri nei piani -8, -9 e -10, nelle quali è impiegato un dispositivo di soccorso di 100 vigili del fuoco. In via di stabilizzazione l’afflusso d’acqua nei piani allagati della centrale: situazione che, precisano i vigili del fuoco, ha consentito la ripresa delle operazioni.
La tragedia della centrale idroelettrica Suviana, i soccorritori hanno fermato 11mila metri cubi di acqua per cercare i dispersi
Undicimila metri cubi di acqua che spingevano con una pressione di circa 45 atmosfere da fermare per poter cercare i quattro operai dispersi all’interno della centrale idroelettrica di Suviana a Bargi di Camugnano sull’Appennino Bolognese. I soccorritori hanno dovuto lavorare un giorno intero per “stabilizzare il rischio idraulico all’interno del pozzo” dove è avvenuta l’esplosione mercoledì pomeriggio, per poter riprendere le ricerche dei quattro operai dispersi, lo ha spiegato il comandante dei Vigili del Fuoco di Bologna, Calogero Turturici, durante un breve incontro stampa ieri, a tarda serata.
“Abbiamo finalmente stabilizzato il rischio idraulico all’interno del pozzo – ha spiegato Turturici al termine della giornata -. Mentre si è lavorato per mettere in sicurezza la condotta abbiamo continuato a fare monitoraggio strumentale a livello -9” della struttura. In giornata, infatti, vigili del fuoco e carabinieri avevano fatto diverse ispezioni con l’ausilio di droni subacquei e nella notte sono riprese le ricerche dei dispersi ai piani -8, -9 e -10. Per farlo e procedere in sicurezza – ha spiegato il comandante dei vigili del fuoco – “è stata svuotata dall’acqua la pressione che minacciava, in caso di rottura catastrofica della valvola di fondo, di invadere il locale con circa 11mila metri cubi di acqua che spingevano con una pressione di circa 45 atmosfere”.