Eternit, nell’inchiesta bis contestati 256 omicidi

dalla Redazione

Nel giorno in cui tutti gridano allo scandalo per la sentenza della Cassazione sul caso Eternit arriva la chiusura dell’inchiesta bis. Con l’imputato, l’unico, che resta lo stesso: il magnate svizzero Stephan Schmidheiny. L’accusa è quella di omicidio volontario continuato pluriaggravato. Con le morti contestategli dalla Procura che salgono ancora. Almeno cinquanta i morti in più di cui potrebbe essere chiamato a rispondere il magnate elevetico nell’ambito dell’inchiesta Eternit-bis.

LA NUOVA INDAGINE
I pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace procedono per omicidio volontario con l’aggravante dei motivi abietti (la volontà di profitto) e del mezzo insidioso (l’amianto). La contestazione mette sotto la lente le morti per mesotelioma pleurico dal 1989 ad oggi. Si tratta di sessantasei ex lavoratori degli stabilimenti Eternit di Casale Monferrato e Cavagnolo. Gli altri sono residenti.
Secondo a procura Schmidheiny avrebbe continuato a mantenere operative le fabbriche pur essendo consapevole che l’amianto uccide. In quelle fabbriche si sarebbe lavorato l’amianto senza adottare precauzioni, come l’uso delle mascherine o dei guanti, o di sistemi di filtraggio dell’aria.

I FILONI APERTI
Quello dell’Eternit è un caso tutt’altro che chiuso. Perchè sono ancora tre le inchieste aperte a Torino. In una Schmidheiny risulta indagato per omicidio volontario in relazione alla morte per mesotelioma di 256 persone.
Altro procedimento riguarda ai cittadini italiani deceduti dopo aver lavorato negli stabilimenti Eternit in Svizzera e Brasile. Mentre l’ultimo caso riguarda l’amiantifera di Balangero, situata in provincia di Torino, e si tratta delle più grande cava d’amianto d’Europa:. Nell’ultima indagine citata si mette in evidenza uno studio epidemiologico che mostra 214 casi di morte e qui Schmidheiny è indagato perchè la struttura entrò per qualche tempo nella galassia Eternit.

IL GIORNO DEL LUTTO
Protesta e amarezza sono i sentimenti che dominano a Casale Monferrato, dove si contano oltre duemila morti per amianto. “Siamo indignati ma la nostra battaglia continua”, ha ribadito il sindaco Titti Palazzetti. Proclamato il lutto cittadino. Il primo cittadino poi ha criticato aspramente la sentenza della Suprema Corte: “La Cassazionenon ha avuto il coraggio di fare una sentenza innovativa: l’amianto sta ancora uccidendo in tutto il mondo. Noi abbiamo ancora fiducia nelle istituzioni ma il popolo in certe occasioni sembra essere decisamente migliore. Porteremo avanti la nostra battaglia per vie legali e nelle aule parlamentari”.

PRESCRIZIONE NEL MIRINO
Il premier Matteo Renzi, intanto, intervenendo sul caso ha sottolineato che “occorre cambiare le regole sulla prescrizione – O una vicenda come Eternit “non è un reato o se è un reato ma prescritto, vuol dire che bisogna cambiare le regole del gioco sulla prescrizione” perché “non ci deve essere l’incubo della prescrizione. Le domande di giustizia”, ha proseguito il premie, “non vengono meno nel tempo. Da cittadino mi colpiscono le interviste ai familiari e mi fanno venire anche un po’ di brividi. Perché mostrano un’abilità straordinaria perché credono nella giustizia più di quanto ci creda talvolta un servitore dello Stato e continuano a combattere non perché le morti siano consolate – sono inconsolabili – ma per l’idea di attaccarsi fortemente alla giustizia come etica di un Paese. E’ un dolore e una bellezza senza fine”.