Euro-multe sull’inquinamento. Nove procedure nel Lazio. Altro che rom discriminati nelle case popolari. Il male della Regione sono le discariche illegali

A cinque anni dalla condanna nel Lazio ci sono ancora quattro siti per rifiuti e tre cause aperte per le acque reflue

Pochi giorni fa tutti i quotidiani – e a seguire le varie fazioni politiche che ovviamente intervenivano contro l’uno o contro l’altro a seconda della convenienza – titolavano in prima pagina: “I rom nel Lazio sono discriminati. Bruxelles contro la Regione”. Una questione, ovviamente, molto delicata e che dev’essere affrontata con tutti i crismi e le attenzioni del caso. Tuttavia, mentre tutti parlavano di una procedura di pre-infrazione (e dunque di un qualcosa che è ancora a livelli primordiali), nessuno ha badato al fatto che in quella stessa relazione l’assessore regionale al Bilancio, Alessandra Sartore, riconosceva come “in data 31 dicembre 2018 risultano aperte contro la Regione Lazio nove procedure di infrazione”. Che non è roba da poco. Specie se si considerano i motivi per cui sono nate tali procedure: tutte per questioni ambientali. Dalle discariche alle polveri sottili, passando per le acque reflue e la “qualità dell’aria destinata al consumo umano”.

Ma andiamo con ordine. La prima procedura menzionata nella relazione è l’ormai famoso caso delle “discariche abusive o incontrollate” per cui l’Italia paga pesantissime multe dal 2014. Delle 198 discariche non conformi di allora, ben 18 erano nel territorio laziale. Secondo quanto riconosciuto dall’assessore, dopo quasi 5 anni, ne restano ancora 4, la principale delle quali a Riano dato che contiene anche rifiuti pericolosi. In ogni caso si spera che entro la fine dell’anno – comunica ancora la giunta – si riesca a risanare la situazione dei siti.

La seconda procedura, ancora, riguarda la “gestione del rumore ambientale”, per adempimenti mai adottati per quanto riguarda in particolare due Comuni: Roma e Lazio. Il primo ente, però, avrebbe rimediato; “il Comune di roma completerà gli adempimenti entro luglio 2019”. Ma non è finita. Nel lungo elenco, infatti, spunta come detto pure uan procedura per “le acque reflue urbane”, che al momento è giunta dinanzi alla Corte di giustizia Ue (e dunque non è detto che a breve arrivi altra sentenza). Piccolo particolare: sono aperte contro il Lazio altre due procedure che toccano esattamente la stessa problematica.

NON SI RESPIRA. Ma è anche l’inquinamento atmosferico attenzionato dall’Europa nel Lazio. Ecco, infatti, la procedura per la qualità dell’aria dopo i livelli oltre il consentito registrati per arsenico e fluoruro, e quella relativa – come se non bastasse – al “superamento dei valori del Pm10”. E, anche in quest’ultimo caso, potrebbe arrivare a stretta scadenza una condanna, essendo stato presentato ricorso alla Corte di giustizia Ue. Si attende una sentenza da parte dei magistrati su un’altra procedura, questa volta relativa alla “violazione del rispetto del limite di biossido di azoto”. Insomma, insieme ai rom sarebbe il caso che Nicola Zingaretti si occupi anche di ambiente. Sarebbe una bella prova considerando che, dopo l’elezione a segretario del Pd, ha dedicato la sua vittoria a Greta Thunberg, paladina delle battaglia ambientali.