L’Europa annuncia il V-Day. Vaccini per tutti dal 27 dicembre. La von der Leyen fissa il cronoprogramma per i Paesi Ue. Otto italiani su dieci favorevoli alla somministrazione

Ci aspetta un Natale di sacrifici e restrizioni, ma “Si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel”, sono queste le parole con cui il ministro degli Affari Europei Enzo Amendola saluta l’annuncio dato ieri dalla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen: “E’ il momento dell’Europa. Il 27, 28 e 29 dicembre inizierà la vaccinazione in tutta l’Ue. Proteggiamo i nostri cittadini. Noi siamo più forti insieme”.

L’inizio delle vaccinazioni negli Stati membri sarà lanciato nei tre giorni sopracitati, a partire appunto dal 27 dicembre, nel caso in cui tutto si svolgerà come previsto, ovvero che la l’esecutivo Ue possa dare l’autorizzazione sulla base della raccomandazione positiva da parte dell’Agenzia europea per i medicinali: la riunione degli esperti dell’Ema che dovrebbe decidere la raccomandazione favorevole per il primo vaccino anti Covid 19, quello sviluppato da Pfizer e BioNTech, dopo rigorose valutazioni sulla sua efficacia e sicurezza, si svolgerà il 21 dicembre, in anticipo di una settimana sui tempi previsti e la stessa Commissione, vista l’urgenza, si è impegnata a ridurre a due, massimo tre giorni (invece dei 60 giorni circa che ci vogliono in condizioni normali), il tempo necessario per decidere l’autorizzazione condizionata alla commercializzazione del vaccino.

Dopo aver consultato gli Stati membri nell’ambito della procedura prevista e dopo questi primi due passaggi, le dosi del vaccino (300 milioni, in totale, assegnate secondo una chiave di ripartizione proporzionale alla popolazione) saranno distribuite ai depositi centrali di tutti gli Stati membri il 26 dicembre, e di qui smistate agli centri nazionali di ogni paese, per poi cominciare le vaccinazioni, a partire dal giorno dopo ed entro il 29 dicembre. Oltre che con BioNtech-Pfizer, la Commissione ha inoltre già firmato contratti di appalti per la fornitura congiunta di vaccini agli Stati membri anche con AstraZeneca (400 milioni di dosi), Sanofi-GSK (300 milioni di dosi), Janssen Pharmaceutica NV (gruppo Johnson & Johnson, 400 milioni di dosi), CureVac (405 milioni di dosi), Moderna (160 milioni di dosi) e ieri ha ha annunciato di aver concluso i colloqui esplorativi, in vista dell’acquisto di una altro potenziale vaccino contro il Covid-19, con la società farmaceutica Novavax.

Ema ha anche fatto sapere che la riunione per approvare il vaccino Moderna è stata anticipata di una settimana, al 6 gennaio e non più al 12 gennaio. Insomma, dopo che l’Unione si è fatta anticipare da Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada, oltre che da Cina e Russia, nell’avvio della vaccinazione adesso ha ingranato la quinta. In Italia, intanto, da una indagine Coldiretti/Ixè divulgata in occasione dell’annuncio del probabile V- Day in Italia (ed in tutta Europa) il 27 dicembre emerge che quasi otto italiani su dieci (79 per cento) che esprimono una opinione si dicono pronti a vaccinarsi senza timori e il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri ieri in conferenza stampa ha annunciato che il governo sta lavorando affinché ci possa essere un inizio simultaneo in tutte le Regioni italiane.

“Noi siamo pronti, siamo pronti da ogni punto di vista. Si è aperto ieri (mercoledì, ndr) il bando per rafforzare i sistemi sanitari regionali in vista della campagna di vaccinazione di massa. “Abbiamo chiesto fino a 3000 medici e 12mila infermieri. In 18 ore abbiamo avuto oltre 11.282 candidature. Un risultato superiore alle nostre aspettative”, ha aggiunto il commissario, specificando anche che “Dopo aver vaccinato il personale sanitario e gli ospiti delle Rsa, per vaccinare il resto della popolazione non ci sarà nessuna fila, ma un’ordinata somministrazione. Non serve agitarsi, ma avere fiducia ed essere responsabili. Quando la campagna di vaccinazione inizierà a interessare la popolazione lo farà in ordine di fragilità: in una prima fase saremo noi a invitare gli italiani a vaccinarsi”.

Nella prima fase, dunque, non sono previste vaccinazioni per i professori, ma il commissario assicura che “Per il momento non ci sono modifiche sulla riapertura delle scuole dal 7 gennaio. Se passeremo un Natale buono scongiureremo anche l’ipotesi che la recrudescenza dei contagi possa mettere in discussione la riapertura delle scuole”. E anticipa che, per sensibilizzare gli italiani, per campagna di vaccinazione, potrebbe essere utilizzata la App Immuni: “Ancora non sappiamo quale potrebbe essere la connessione, ma lo stiamo valutando”.