Europee, i leader e la paura del faccia a faccia in Tv

di Marco Castoro

Luca Telese, lei conduce Matrix e quindi come tutti i conduttori di talk è in piena campagna elettorale. Non le sembra che quella di quest’anno sia alquanto sottotono?
“Questa situazione è dovuta al fatto che ci sia un governo non votato dagli italiani. La campagna elettorale si è trasformata in un referendum su Renzi. In pratica si chiede agli elettori se sono pro o contro gli 80 euro messi in busta paga. E se vuole la mia impressione penso che l’operazione non abbia convinto molto”.
È una campagna elettorale in cui non si parla dei temi europei…
“Già. Ci sono tre schieramenti che si sono espressi contro l’Euro: Fratelli d’Italia, il M5S e la Lega. Sembra di assistere a una sfida tra quelli della rabbia e quelli del consenso. Tra Grillo e i sondaggisti c’è una specie di braccio di ferro, vedremo chi alla fine la spunterà. Per Berlusconi invece il discorso è diverso. Anche lui sta impostando la chiamata alle urne come un referendum ad personam sulla sua legittimazione: vorrà vedere quanto lo zoccolo duro tiene e quanti elettori riconoscono ancora la sua leadership”.
Esiste il rischio che siano le prime elezioni con un’affluenza inferiore al 50%?
“Ma già il 55% sarebbe un risultato molto negativo. Scendere sotto il 60% significherebbe entrare nella soglia della vergogna. Certo va tenuto conto che molti italiani sono schifati dal voto e dai politici”.
Parliamo della campagna elettorale in tv. Non si rischia di vedere sempre le stesse trasmissioni con i medesimi ospiti che dicono sempre le stesse cose annoiando i telespettatori?
“Purtroppo nessuno dei tre leader vuole fare il faccia a faccia. E questo per tutti noi è un grande handicap. Quest’anno a riguardo non si è mossa nemmeno Sky che in passato ne ha fatto una battaglia personale”.
Perché Renzi va ospite ovunque meno che a Matrix? Che cosa le ha fatto?
“Sinceramente non lo so. Ho letto sulla Notizia che una mia domanda a In Onda sulle spese sostenute da lui per le primarie del Pd l’aveva infastidito. Da allora l’ho incrociato una volta a Piazza pulita e anche lì si arrabbiò per un servizio di Zoro. Io ero ospite e il premier accusò Formigli dicendo che il pezzo era stato fatto apposta contro di lui, ma parlò al plurale coinvolgendo anche me che ero estraneo all’accaduto”.
Riuscirà a portare Renzi a Matrix?
“Mi sono affidato alla mediazione di San Farinetti. Oscar pensaci tu… Certo se non vorrà venire sarà un segnale inquietante. Comunque penso che un polemista come lui si esalterebbe a Matrix. Sarebbe una bella sfida perché avrebbe un intervistatore non sdraiato”.
Grillo lo vedremo a Matrix?
“Spero di sì. Mi divertirebbe molto. Ho visto il corpo a corpo con Mentana e mi è piaciuto. Comunque farò io un’incursione in un suo comizio. Se Maometto non va alla montagna…”.
Invece Berlusconi l’ha già avuto. Ma il leader di Forza Italia non le sembra che abbia perso un po’ di appeal televisivo?
“Berlusconi l’ho avuto e la curva degli ascolti è andata molto bene. È stata una delle interviste più scoppiettanti. Non penso sia in calo. Da Formigli e da Vespa è andato bene. L’unica flessione l’ha avuta dalla D’Urso ma forse perché ha trovato del pubblico disinteressato”.
I talk in tv. Quale preferisce e quali guarda con maggiore interesse?
“Beh, noi addetti ai lavori siamo dei veri tossicodipendenti dei talk. Ritengo Piazza pulita il più smart. Santoro è una messa cantata. Grande programma ma come tutte le liturgie a volte diventa palloso. Ballarò? Un talk che sa di ufficiale. Alta qualità ma non mi intriga. Invece mi piace molto Tiziana Panella di Coffee Break: è una grande conduttrice, riesce a prendere con leggerezza pure le cose più serie. Anche la Gabbia è un ottimo talk, seppure ci sia un po’ troppo l’effetto circo. Personalmente non amo i domatori, comunque va detto che il programma di Paragone ha una forte personalità. Mentre resto sorpreso da Mentana, che sarà pure il mago dei tiggì ma sui talk non convince. Bersaglio mobile resta di una pesantezza…”.
Quinta colonna e Virus?
“Del Debbio è un cult. Perché ha inventato un nuovo modo di condurre un talk. Il primo ospite del programma è Del Debbio. Ha creato uno stile tutto suo. Del resto ognuno di noi sogna di avere ospite se stesso. Porro ha fatto un grande salto come conduttore. E pensare che lui si sentiva un’opinionista e a In Onda per scherzare mi diceva sempre: dai sbrigati che devo andare a casa. Ha messo su uno stile brillante, anche nelle interviste. La parte debole del suo programma restano i servizi e il parterre”.
E Vespa?
“Per me è un incubo. Me lo sogno la notte. Anche lui è l’ospite di se stesso. La sua è una tv di grande personalità, ma fatta per un’altra generazione. Seppure a volte quelli del parterre sembrino imbalsamati, Vespa è un Highlander della televisione. I suoi ascolti sono micidiali, funzionano sempre”.
Non pensa che i talk siano troppi?
“No. È stata un’invasione positiva. Ha portato + scelta, + prodotto, + qualità. C’è spazio perfino per la Innocenzi che ha fatto una Funariata”.
E di Latella e Annunziata?
“Le interviste sono una corsa a parte”.
Chi vincerà le Europee?
“Il Pd è dato al 33% dai sondaggi, ma non credo arrivi a tanto. Ma siccome alle Europee l’elettore per tradizione si sente più libero, non a caso in passato ci furono grandi risultati per i radicali e per il Pci, mi aspetto qualche sorpresa. Devo dire che sono rimasto stregato dalla paginata in cui si diceva che il M5S è paragonabile al Pci del ’76 e che il Pd di oggi è la Dc di quello stesso periodo. Se così fosse bisognerebbe rivedere qualcosa perché saremmo davanti a una rottura generazionale”.
Lei per chi voterà?
“Ancora non lo so. Alle ultime ho votato Sel. Forse opterò per Tsipras, ma senza troppa convinzione”.