di Oscar Valori
Nutrire il pianeta, energia per la vita”. E’ il tema attorno al quale ruoterà l’esposizione universale di Milano 2015, tanto caro alla stessa amministrazione cittadina e regionale. E al suo interno, tra gli “asset” chiave, quello delle politiche per l’agricoltura e la salvaguardia del territorio. Un settore importante per l’area, come confermato dal “Piano del distretto rurale di Milano, Consorzio Dam”: oltre il 50% dell’area metropolitana destinato all’utilizzo agricolo o forestale, un settore che impiega quasi 8300 addetti e una produzione lorda vendibile (cereali, carne, uova, latte, ortaggi, fiori, piante) che vale circa 419 milioni. Qualcosa tuttavia sembra non tornare, in scelte schizofreniche delle autorità cittadine e sovracomunali. Parliamo del mega progetto da 300 punti vendita e 4000 parcheggi denominato “Scalo Milano”, che secondo chi si oppone “rischia di rovesciare sul Parco Agricolo Sud Milano quasi 133mila metri quadrati di cemento rispetto al totale dei 460mila del parco”. Un parco, quello agricolo Sud, definito a parole “strategico”, il più grande d’Europa tanto da farne nei giorni scorsi palcoscenico per la prima edizione dell’Agricoltura Milano Festival. Obiettivo? “Valorizzare il ruolo centrale di Milano nel settore agroalimentare”, spiegavano da Palazzo Marino. Un evento che ha ricevuto il patrocinio dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Lombardia e della Provincia di Milano. Ma dov’erano tutti questi enti quando, nei tavoli istituzionali, si decideva il futuro del progetto “Scalo Milano”?
Un nuovo concetto di commercio
I timori sono manifestati dagli estensori di una petizione pubblica che circola ora sul web e che spiega: “Oggi 133.000 metri quadri d’aree agricole comprese in questo parco, nel territorio di Locate Triulzi, rischiano di essere distrutte da un nuovo scellerato progetto: niente di più che un outlet village come ce ne sono tanti esempi in giro per l’Italia. L’area su cui dovrebbe sorgere il nuovo outlet di Locate si trova a circa 10 km dallo svincolo autostradale più vicino (quello della A1 di Melegnano) e per arrivarci non c’è altra via che la statale 412 della Valtidone, già interessata ogni giorno da problemi di traffico. Impraticabili anche le alternative, trattandosi di piccole strade provinciali, che attraversano centri abitati e non possono quindi essere ampliate”. A volere il progetto il gruppo bresciano Promos e il suo presidente Carlo Maffioli, che spiega: “Con un concept architettonico ispirato all’edilizia industriale milanese del secondo Ottocento e Novecento, “Scalo Milano” sarà caratterizzato da una connessione con la “cultura del fare”, tipica della città che lo ospita. Si configurerà come un sistema distributivo inedito, capace di offrire il meglio di moda, design ed enogastronomia di alto livello.
Il Progetto
Il progetto da 170 milioni di Euro, che nonostante la fiera opposizione dei sindaci dei due comuni vicini, Opera e Pieve Emanuele (di opposto schieramento politico), vedrà la luce entro il 2015, aveva già ricevuto in passato alcune battute d’arresto, per poi passare in Provincia di Milano con una valutazione di impatto ambientale per 5 voti favorevoli e 4 contrari. “Nessun consumo di suolo in quanto insistente su aree ex industriali”, ha spiegato il sindaco di Locate. Qualcuno parla delle “sirene” dei quasi 400 posti di lavoro locali promessi, qualcun altro pensa agli oneri di urbanizzazione per quasi 25 milioni di Euro, a tutto vantaggio delle casse comunali. “Molti negozianti e commercianti di quartiere entreranno in difficoltà”. Il gruppo Promos è specializzato nello sviluppo, promozione e commercializzazione di grandi progetti immobiliari commerciali. Tra i suoi “fiori all’occhiello”, lo Shopping Center “Orio Center” di Bergamo e il Franciacorta Outlet, inaugurato nel 2003 a Rodengo Saiano (Bs). E tra poco lo “Scalo Milano”. E sotto, “seppellito” dai milioni di euro del progetto, il verde del Parco Agricolo Sud. Quello tutelato e da proteggere come patrimonio del territorio. Almeno a parole.