Expo, Formigoni all’attacco. Sala in conflitto d’interessi

di Alessandro Barcella

Il “Commissario Unico” di Expo 2015? Appena nominato, e in teoria già non regolamentare. E’ lo stesso protocollo del Bie di Parigi (che organizza gli Expo mondiali) a fare emergere questa anomalia. L’articolo 12 della carta del 1972, che modifica alcuni passaggi della primissima Convenzione del novembre 1928, parla chiaro: le esposizioni come quella di Milano, di durata compresa tra le 6 settimane e i 6 mesi, devono avere la figura del “Commissario Generale”. Nessun accenno dunque a commissari unici o straordinari, a figure alla Bertolaso, per intenderci.
Un punto questo su cui non può che convenire l’ex Commissario Generale Roberto Formigoni, a tutti gli effetti (e fino alla nomina di Giuseppe Sala) l’unica figura “regolamentare” dell’evento.

Il controllato si autocontrolla
Le sue sembrano le parole di chi osserva la vicenda stando alla finestra: “Il regolamento del Bie parla chiarissimo e non riconosce né commissari unici né commissari straordinari – esordisce il neo senatore Pdl -. Ogni Paese deve avere il suo commissario generale, carica al momento vacante. La figura c’era ed era la mia, dopodiché attendiamo che il Governo eventualmente decida di nominare un’altra persona al posto di commissario generale”.
La “bordata”, tuttavia, non tarda ad arrivare: “Mi permetta però di segnalare il conflitto di interessi che grava sulla persona di Giuseppe Sala. Da amministratore delegato della società Expo è quello che deve eseguire le opere ma essendogli stati dati anche i poteri di commissario straordinario succede che si trovino ora a coincidere le figura del controllato e del controllore. Il Governo faccia quello che giustamente deve fare – prosegue Formigoni – ma non possiamo dimenticare i regolamenti del Bie, sacri e da rispettare come una parola data. Mi auguro dunque che questo pasticcio venga risolto nominando un commissario generale e che questo conflitto di interessi sia risolto prima che il Parlamento sia costretto a segnalarlo al Governo. Non credo infatti che il Parlamento, quando arriverà il decreto in esame alle Camere, potrà sorvolare il fatto che controllato e controllore coincidano nella stessa figura”.

Un Expo senza par condicio
Critiche dure che si appuntano infine sulla “governance” attuale di Expo, il cui metodo è giudicato poco condiviso: “Segnalo dal punto di vista politico un’ulteriore gaffe che nella governance di Expo in questo momento non ci sono esponenti del Pdl. C’era il commissario generale Formigoni: mi auguro che il nuovo commissario generale possa essere del Pdl. Il Governo Berlusconi ha sempre garantito la presenza della sinistra: in questo momento però, viste anche le idee politiche molto chiare di Giuseppe Sala, che non ha mai fatto mistero della sua militanza a sinistra, la governance appare politicamente tutta squilibrata da quella parte. Aver tagliato fuori il Pdl mi sembra un vulnus non indifferente”.