Nomine, è arrivato l’ultimo treno

di Maurizio Grosso

Alla fine ce l’ha fatta. Dopo cinque fumate nere, ed estenuanti trattative, Michele Mario Elia è stato scelto dall’assemblea delle Ferrovie dello Stato come successore di Mauro Moretti nel ruolo di amministratore delegato. A quanto pare ha prevalso la linea della continuità, la stessa che sarebbe stata caldeggiata da Moretti, nel momento del suo trasloco in Finmeccanica, con il presidente del consiglio Matteo Renzi. Elia, 68 anni, è infatti un manager interno: entrato in Fs nel 1975, attualmente è amministratore delegato di Rfi, la controllata che gestisce la rete ferroviaria. La scelta, ad ogni modo, sembra in grado di proporre un’asse Finmeccanica-Ferrovie che qualcuno aveva già delineato quando, nelle scorse settimane, era cominciato a circolare il nome di Elia. Lo scenario che potrebbe aprirsi, a questo punto, è quello di un polo ferroviario destinato a fare perno su alcuni “pezzi” dell’universo Finmeccanica, a cominciare da quell’Ansaldo Breda che produce treni per ferrovie e metropolitane e che è già fornitore del gruppo Fs. Si pensi soltanto alla forniture degli Etr 1000, più noti come Frecciarossa.

Lo scenario
Soltanto qualche mese fa, con Alessandro Pansa sulla tolda di comando di Finmaeccanica, Ansaldo Breda sembrava destinata alla cessione insieme ad Andalso Sts (sistemi di segnalamento). Il progetto era quello di deconsolidare il “business civile” del colosso dall’aerospazio, anche perché Ansaldo Breda pesa sui conti del gruppo come un macigno. La società che produce treni, tanto per dirne una, ha chiuso il 2013 con una perdita di 500 milioni. Con l’arrivo di Moretti, però, questo disegno è tramontato. Lo stesso ex amministratore delegato di Fs, anni fa, aveva avuto modo di dire che secondo lui sarebbe stato un errore cedere a qualche appetito estero società importanti come Ansaldo Breda senza prima tentare di riportarla sui binari di un bilancio virtuoso. E poprio in questo percorso si innesterebbe la nomina di Elia al vertice delle Ferrovie. Uomo vicino a Moretti, il manager potrebbe contribuire “indirettamente” al risanamento di Ansaldo Breda con nuove e sostanziose commesse da parte di Fs, a cominciare dai treni pendolari più volte promessi in passato per migliorare la non eccelsa situazione del trasporto locale. Sarà alla fine questo il disegno che andrà in porto? Soltanto le prossime mosse di Elia e Moretti potranno eventualmente confermarlo. Di sicuro per adesso sembra essere prevalsa la strategia del nuovo amministratore delegato di Finmeccanica. Ne è convinto anche Massimo Mucchetti, senatore del Pd e presidente della Commissione industria di palazzo Madama. Il quale, commentando sul suo blog la nomina di Elia, ha scritto che in questo modo “il premier ha mantenuto la promessa di continuità fatta a Moretti per passare dalle Fs a Finmeccanica”. Insomma, ha concluso Mucchetti, si tratta di “uno dei primi effetti della strepitosa vittoria elettorale del Pd made in Florence sulla scacchiera del potere economico”.

Le altre mosse
Nel corso dell’assemblea, che ha provveduto a sostituire l’intero consiglio di amministrazione, sono emerse anche altre novità. Destinato a lasciare il gruppo ferroviario, dopo tanti anni, è pure il presidente Lamberto Cardia, ex numero uno della Consob. Al suo posto è arrivata l’indicazione dell’economista Marcello Messori, ex presidente di Assogestioni. Tra le novità si segnala l’ingresso nel cda di due donne, Daniela Carosi e Simonetta Giordani. Gli “sconfitti”, se così si può dire, sono almeno due. Da una parte Pietro Ciucci, attuale amministratore delegato dell’Anas, il cui nome era uscito fuori con insistenza nell’ultima settimana come possibile successore di Moretti alle Fs. Dall’altra il dalemiano Domenico Arcuri, oggi ad di Invitalia, il cui profilo era uscito sin dai momenti immediatamente successivi al trasloco di Moretti in Finmeccanica. Sconfitto, a quanto pare, anche il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, il quale avrebbe caldeggiato una soluzione di maggior discontinuità rispetto a Elia. Il suo obiettivo, a quanto filtra, sarebbe stato quello di trovare per Fs un nome più conciliante anche per le esigenze dei concorrenti di Ntv, ovvero la società di “Italo” controllata da Luca Cordero di Montezemolo e Diega Della Valle.