Facci denunciato per stalking, rivolta contro la Rai sessista

Telemeloni è già in onda e parte la rivolta contro la Rai sessista dopo le parole (e la denuncia per stalking) di Filippo Facci.

Facci denunciato per stalking, rivolta contro la Rai sessista

Dall’annunciato ingresso trionfante nella nuova Rai sovranista, all’uscita di scena prematura. È l’incredibile parabola dell’editorialista di Libero, Filippo Facci, che dopo lo strafalcione sul caso di Leonardo Apache La Russa – e malgrado una parziale retromarcia che non sembra aver convinto nessuno – rischia di veder tramontare il suo approdo a viale Mazzini ancor prima che questo si concretizzi.

Già perché dopo le opposizioni che da giorni chiedono la revoca del programma che dovrebbe partire a settembre, ora anche il consigliere Rai Riccardo Laganà ha preso carta e penna per scrivere ai vertici del servizio pubblico per chiedere provvedimenti. “All’indignazione e alle proteste devono seguire atti concreti. Ho quindi inviato ai vertici aziendali Rai una lettera formale chiedendo se, alla luce dei fatti recenti e pregressi, il collaboratore scelto è in linea con i valori etici e la mission del servizio pubblico” ha fatto sapere con un tweet il consigliere Rai Laganà.

Richiesta analoga che viene fatta anche dalle opposizioni che non sembrano intenzionate ad abbassare la guardia su questo caso mediatico. “Ci apprestiamo a lavorare sul nuovo contratto di servizio: sarebbe inutile, contraddittorio e soprattutto svilente parlare di inclusione, pari opportunità, lotta alla violenza di genere e al sessismo, se poi tutto questo possa anche solo correre il rischio di essere smentito nei fatti” è quanto scrive la presidente M5S della Vigilanza, Barbara Floridia, in relazione al cosiddetto caso Facci.

“Il rispetto di determinati principi e valori è alla base della convivenza civile e del concetto stesso di servizio pubblico. Al netto dell’attenzione che la Vigilanza dedicherà al caso, mi aspetto una presa di posizione seria e rigorosa dall’azienda” ha concluso la pentastellata. “Chiediamo alla Dirigenza Rai, alla luce delle dichiarazioni sessiste e discriminatorie a mezzo stampa del giornalista Filippo Facci, se ritenga ancora opportuno affidare una trasmissione televisiva al giornalista in questione, il cui comportamento è in aperta violazione e negazione delle responsabilità e dei compiti propri del servizio pubblico radiotelevisivo”. Lo chiedono i parlamentari Pd Graziano, Bakkali, Furlan, Nicita, Peluffo, Stumpo, Verducci della commissione di Vigilanza sulla Rai in una interrogazione all’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio.

La nuova grana per la Rai

A far detonare lo scontro è stato l’articolo di Libero, scritto da Facci, in cui commentando il caso di La Russa junior si legge: “Una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa”. Dopo il fiume di polemiche, il giornalista ha provato a correggere il tiro affermando che l’incidente è dovuto a un “passaggio stilistico che può non piacere”, precisando che non riscriverebbe la frase incriminata, e manifestando il proprio dispiacere per non essere stato compreso da chi non ha letto per intero l’articolo e non conosce la sua storia personale.

Accuse che hanno immediatamente scatenato la reazione della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi), dell’Ordine dei giornalisti e dell’Usigrai che si sono riservate di denunciare Facci al consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti di Milano. Ma Facci non si è fermato qui tanto che ieri, intervistato su Repubblica.it, si è dipinto come la vittima di attacchi ingiustificati: “Io sono il pretesto per cannoneggiare il governo. Qualsiasi giornalista in questa fase si trova a vivere una specie di ricatto, l’ha scritto anche Michele Serra qualche giorno fa”.

La denuncia per stalking a Facci

Ma per Facci sembra essere un momento davvero delicato. Proprio ieri è emerso anche che la Divisione Anticrimine della Questura di Milano nei giorni scorsi gli ha inviato un provvedimento di ‘ammonimento’ per stalking sulla base delle dichiarazioni della ex compagna. Provvedimento che il giornalista, sempre su Repubblica.it, ha provato a minimizzare: “È un atto dovuto legato molto banalmente a delle mail che io e la mia ex moglie e madre dei miei figli ci siamo scambiati e che non le sono piaciute. È un atto amministrativo e impugnabile davanti al Tar il cui peso è talmente poco considerevole che non so nemmeno se lo impugneremo”. Mondo dell’informazione che sembra aver preso una sbandata come testimonia l’editoriale di ieri di Vittorio Feltri che sul caso di La Russa junior prende le difese del ragazzo, di fatto mettendo in dubbio il racconto della vittima, scatenando proteste e polemiche.