Fallimento morbido per l’Atac. E ora trema il Campidoglio. Il Cda dà il via libera al concordato preventivo. Ma il Comune teme per i suoi crediti

Il Consiglio di amministrazione di Atac ha deciso di dare il via libera al concordato preventivo

Era nell’aria. Del resto l’avvento a Roma del neo assessore al bilancio, Gianni Lemmetti, era più che eloquente. Risanata la partecipata livornese dei rifiuti Aamps, proprio dopo un concordato, l’ex componente della giunta grillina della città toscana è stato chiamato per cercare di replicare a Roma la stessa soluzione. Che questo conduca agli stessi esiti è da vedere, ma ieri è stato compiuto il primo passo del percorso. Il Consiglio di amministrazione della disastrata azienda capitolina dei trasporti, infatti, ha deciso di dare il via libera al concordato preventivo. Si tratta di una sorta di fallimento morbido, in cui l’azienda continuerà a operare sotto il controllo del tribunale e nella speranza che i tanti creditori (il debito totale dell’azienda ammonta a 1,4 miliardi di euro) accettino una qualche decurtazione.

La mina – A questo punto, però, si apre un rischio di non poco conto, che a quanto pare era già stato sottolineato dall’ex assessore al bilancio Andrea Mazzillo, poi defenestrato. La ricalibratura del debito dell’azienda, infatti, potrebbe avere pesanti ricadute sullo stesso Campidoglio, guidato da Virginia Raggi, che attualmente vanta 463 milioni di crediti nei confronti della sua controllata. Insomma, roba da far temere per la tenuta dei conti della Capitale, con qualcuno che già nei giorni scorsi ha evocato lo spettro del commissariamento. Per la definizione del concordato, deciso ieri dal Cda, servono alcuni tasselli. Dopo il passaggio (soltanto formale) in consiglio comunale, previsto per giovedì 7 settembre, la palla passerà alla stessa giunta Raggi. Questa, in particolare, dovrà mettere nero su bianco una delibera, da far passare di nuovo in aula Giulio Cesare, in cui si spiega perché la soluzione scelta è stata ritenuta la migliore per Atac. Solo con il via libera dell’Assemblea capitolina, ancora una volta banco di prova della tenuta della maggioranza pentastellata, si potrà dare il via all’iter e portare le carte ai giudici del tribunale fallimentare.

Si sparge serenità – A giudicare dall’ultimo post su Facebook della sindaca non ci dovrebbero essere intoppi: “Atac deve rimanere pubblica. Atac deve rimanere di noi tutti. Finalmente, inizia una nuova vita per Atac. Si avvia un percorso di rinnovamento totale dell’azienda di trasporti di Roma con un obiettivo chiaro: migliorare le linee, rinnovare la flotta degli autobus, la metropolitana; ridurre i tempi d’attesa; dare ai cittadini i servizi che meritano; tutelare i dipendenti onesti. Iniziamo un percorso che si chiama concordato preventivo e che stiamo studiando dallo scorso anno”. Con l’ok del consiglio comunale l’Atac porterà i moduli in tribunale per la richiesta di concordato in bianco. “Da quel momento in poi”, hanno spiegato ieri dal Campidoglio, “avrà dai 3 ai 6 mesi di moratoria”. Il patrimonio aziendale di fatto verrà messo sotto protezione dal tribunale: nessuno dei quasi 1.200 creditori potrà presentare ingiunzioni di pagamento o chiedere il fallimento della municipalizzata. Una sfida immane, come si vede.