Falsa mail sul suicidio di Rossi, i pm ignorarono pure il gip di Genova. Il giudice trasmise a Siena la prova della contraffazione ma la Procura usò lo stesso la lettera per archiviare

Il giudice trasmise a Siena la prova della contraffazione ma la Procura usò lo stesso la lettera per archiviare

Falsa mail sul suicidio di Rossi, i pm ignorarono pure il gip di Genova. Il giudice trasmise a Siena la prova della contraffazione ma la Procura usò lo stesso la lettera per archiviare

Nonostante fossero stati informati anche dal gip del Tribunale di Genova che negli atti d’inchiesta c’era un rapporto della polizia postale, che bollava come un falso la mail in cui David Rossi annunciava il suicidio, i pm di Siena avrebbero continuato a ignorare quel documento e a ritenere lo scritto ora al centro delle polemiche una delle prove principali che quello dell’ex capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, il 6 marzo 2013, era stato un suicidio senza responsabilità di terzi. Il nuovo particolare getta ulteriori ombre sulle indagini, da sempre contestate dai familiari della vittima, e rappresenta un ulteriore input per la Commissione parlamentare d’inchiesta affinché venga finalmente trovata la verità su quanto accaduto a Rocca Salimbeni.

GLI SVILUPPI
Il giudice per le indagini preliminari di Genova, Franca Borzone, attualmente in pensione, aveva mandato alla Procura di Siena la relazione della polizia postale in cui si diceva che la mail di Rossi era stata “creata dopo la sua morte”. Gli atti erano stati trasmessi dal gip dopo l’archiviazione dell’inchiesta sui presunti festini a luci rosse a cui avrebbero partecipato alcuni pm senesi e sul sospetto che per tale ragione avessero archiviato le indagini sul dramma. Per la Postale, la mail, apparentemente inviata il 4 marzo 2013, è stata invece creata il 7 marzo. “Stasera mi suicido, sul serio. Aiutatemi!!!”, è il testo del messaggio collocato all’interno di uno scambio di mail tra Rossi e l’ex amministratore delegato del Monte dei Paschi, Fabrizio Viola, che davanti a magistrati ha riconosciuto tutte le mail di quel giorno, ma non quella in cui la vittima avrebbe manifestato l’intenzione di suicidarsi. La relazione della polizia postale, come anticipato da L’Espresso, è finita “nelle centinaia di allegati alla richiesta di archiviazione della Procura di Genova che indagava sui colleghi di Siena e su come erano state fatte le indagini sulla morte” di Rossi.

IL PARTICOLARE
La Postale, nel rapporto, riporta inoltre l’intero scambio di mail tra Rossi e Viola quel 4 marzo, in cui si parla di una perquisizione da parte della Guardia di finanza e in cui traspare lo stato d’ansia di Rossi. Ma neppure la nota del gip di Genova avrebbe fatto cambiare linea ai pm senesi. La Commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da Pierantonio Zanettin vuole fare chiarezza sul rapporto della Postale.

PROSSIME MOSSE
“La questione della data di creazione della lettera, con cui David Rossi annunciava il proprio suicidio, in data successiva alla sua morte – sostiene lo stesso Zanettin – merita di essere accuratamente approfondita in sede peritale, e, ove trovasse conferma, getterebbe un’ombra inquietante sull’intera vicenda”. Il presidente ha quindi preannunciato di aver convocato in via d’urgenza per mercoledì prossimo l’ufficio di presidenza della Commissione per affidare ai corpi speciali dei Carabinieri, già incaricati della maxi perizia, uno specifico ed articolato quesito sulla questione. La Commissione, inoltre, ha nominato come consulenti due magistrati ora in pensione”, Carlo Nordio, già procuratore aggiunto di Venezia, e Roberto Alfonso, già procuratore generale presso la Corte d’Appello di Milano. Una scelta fatta dopo che dal Consiglio superiore della magistratura non è arrivato alcun via libera per far svolgere una consulenza a magistrati di ruolo.