Per Giorgia Meloni era un vanto, tanto che la presidente del Consiglio ha più volte parlato di spese da record per la sanità con il suo governo. Ma a smontare la sua narrazione ci pensano, ancora una volta, i dati. Secondo la Fondazione Gimbe, infatti, l’Italia è fanalino di coda tra i Paesi del G7 per spesa sanitaria pubblica pro-capite. E anche nel confronto con l’Ue non va poi meglio: l’Italia è 14esima sui 27 Paesi europei dell’area Ocse e, come detto, è ultima tra quelli del G7. La spesa sanitaria pubblica si attesta al 6,3% del Pil, una percentuale al di sotto della media Ocse (al 7,1%) e anche della media europea (al 6,9%). Per quanto riguarda la spesa pro capite, il gap con i Paesi europei è di 43 miliardi.
La Fondazione Gimbe ha effettuato il confronto partendo dai dati sulla spesa sanitaria del 2024 nei Paesi Ocse, con cifre aggiornate al 30 luglio 2025. Gli scarsi investimenti sulla sanità ricadono inevitabilmente sui cittadini. Come sottolinea Gimbe, infatti, nel 2024 ben 5,8 milioni di persone sono state costrette a rinunciare alle cure per motivi economici: parliamo di quasi un italiano su dieci. Tornando al confronto con i Paesi Ocse, in 13 di questi viene destinata alla sanità una quota del Pil superiore rispetto a quella italiana: il divario va dal +4,3% della Germania (al 10,6% del Pil) al +0,1% del Portogallo. Sul fronte della spesa sanitaria pubblica pro-capite, in Italia siamo a quota 3.835 dollari, contro i 4.625 dollari della media Ocse e i 4.689 della media europea. Cifre che portano Gimbe a chiedere al governo di “pianificare un progressivo rilancio del finanziamento pubblico della sanità”, senza però “trasformare il tema in scontro politico”.
L’Italia non investe in Sanità: Pd e medici all’attacco
Ma lo scontro politico è già partito, come sempre in questi casi. Il Pd parla di “rischio collasso” per il Servizio sanitario nazionale: la responsabile Salute dem, Marina Sereni, si dice pronta a raccogliere l’appello alla politica della Fondazione Gimbe, dando la sua disponibilità a discutere con il governo e con la maggioranza, dicendosi però pronta “a fare una dura battaglia di opposizione se sentiremo la destra ancora una volta parlare di finanziamento record per la sanità”. I dati di Gimbe fanno lanciare l’allarme anche all’Anaao Assomed, sindacato dei medici ospedalieri che chiede “misure immediate” di fronte a cifre che dimostrano “che la situazione degli investimenti in sanità è grave”. Per i medici è necessario mettere in campo “soluzioni e misure urgenti, immediate, per arrestare l’emorragia di medici che abbandonano gli ospedali”, come spiega il segretario nazionale, Pierino Di Silverio. Un confronto necessario, in vista della manovra.