Fassina: “Da Bankitalia richieste di civiltà alle destre”

Parla l'economista Stefano Fassina: inaccettabili i regimi agevolati per i redditi da capitale.

Fassina: “Da Bankitalia richieste di civiltà alle destre”

Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha chiesto l’introduzione di un salario minimo. Stefano Fassina, economista ed ex viceministro dell’Economia del governo Letta, oggi presidente dell’associazione Patria e Costituzione, che ne pensa?
“È requisito minimo di civiltà, ancor di più dopo il taglio del Reddito di Cittadinanza in chiave punitiva e l’eliminazione delle paratie alla precarietà introdotte dal Decreto Dignità ai tempi del Governo Conte I. Il messaggio della destra è chiaro: la povertà e i salari da fame sono una colpa individuale, non un dato sociale. Aggiungo che va approvata una legge per certificare la rappresentanza sia dei sindacati sia delle associazioni datoriali in modo da decimare la giungla dei contratti nazionali pirata e dare valore erga omnes a pochi contratti sottoscritti dalle organizzazioni più rappresentative”.

Via Nazionale ha acceso un faro anche sui contratti precari e sulle basse retribuzioni.
“Sì, è necessario, ma non soltanto per ragioni di giustizia sociale. Per altre due ragioni strettamente macroeconomiche. Prima, perché è diventata decisiva la domanda interna ai fini della crescita, dato il ridimensionamento della rotta mercantilista, ristretta dai processi di de-globalizzazione. Secondo, perché il lavoro povero e precario zavorra la dinamica della produttività in quanto trattiene gli investimenti innovativi della stragrande maggioranza delle imprese e alimenta una competizione di costo”.

Sul fronte fiscale Visco chiede il rispetto dei principi di progressività e capacità contributiva sanciti dalla Costituzione.
“È segno dei nostri tempi malati che divenga posizione partisan. Ma il problema non è soltanto la flat tax prospettata dalla destra: già oggi, l’Irpef grava soltanto sui redditi da lavoro dipendente e da pensione. Ma mentre è sensato trattare l’evasione di sopravvivenza con un calibrato regime forfettario, è inaccettabile che i redditi da capitale, concentrati nei centili più ricchi, godano di aliquote del 10%, 12,5%, 21% e 26%. Ancora più vergognosa, l’elusione fiscale delle grandi imprese”.

Quali altri richiami del governatore nelle sue Considerazioni finali l’hanno favorevolmente impressionata?
“Ho apprezzato l’incipit delle Considerazioni di Visco. Ci vuole un banchiere centrale per ricordare alla politica che siamo in un’economia di guerra e che, nel conflitto in Ucraina, è ‘in discussione l’integrazione economica e finanziaria internazionale e l’assetto emerso dopo la fine della Guerra fredda’. Ho anche apprezzato il coraggio nell’appello a ‘ricercare un dialogo che accolga diversità di valori tra paesi e culture’. Mi permetto un appunto alla sua difesa dei movimenti di capitali, merci, servizi e persone: per salvare le democrazie delle classi medie, va arginata la svalutazione del lavoro. Sono quindi urgenti misure protettive, anche dentro il mercato unico europeo”.