Fassina scappa dal Pd di Renzi. E Civati lo accoglie a braccia aperte. Con lui esce dal partito anche la deputata Monica Gregori

Dal “Fassina chi?” pronunciato dal segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, all’addio di Stefano Fassina ai dem è passato anche troppo tempo. Era gennaio 2014 quando Renzi (all’epoca non ancora premier) con una frase piuttosto scortese bocciò la richiesta di rimpasto avanzata da Fassina all’allora presidente del Consiglio, Enrico Letta. Un rapporto logoro già da tempo quello tra i due. Arrivato al culmine alla vigilia del voto di fiducia sulla Scuola, con Fassina che ha salutato il Pd. “Ieri ho lasciato il Pd”, ha spiegato Fassina in una conferenza stampa a Montecitorio, “L’ho fatto in un circolo della periferia romana perché lì sono le mie radici, le persone che dobbiamo rappresentare e le persone a cui devo dare risposte”.

Quello che fino a ieri veniva considerato come uno dei massimi esponenti dell’opposizione interna al segretario lascia dopo quella che considera l’ennesima forzatura del Governo. Il tema caldo della scuola è quello che fa saltare definitivamente il banco e Fassina non ha affatto gradito l’accelerazione impressa da Renzi negli ultimi giorni.  “Servivano quattro correzioni profonde per migliorare il ddl sulla scuola e questo non è avvenuto”, sottolinea Fassina, “si è messa la fiducia, si è chiusa ogni possibilità di dialogo e si è voluta fare l’ennesima forzatura. La scuola è solo l’ultimo passaggio di una vicenda”, conferma Fassina stesso, “dopo la delega lavoro e il cosiddetto Jobs act, non abbiamo condiviso le riforme costituzionali e legge elettorale”. Con Fassina esce dal Pd anche la deputata Monica Gregori che domani lasceranno anche il gruppo alla Camera. E Pippo Civati è pronto ad accoglierli a braccia aperte. L’appuntamento è per il 4 luglio con Civati, Cofferati e Pastorino “per avviare un percorso politico sui territori, plurale, che possa raccogliere le energie, tante, che sono andate nell’astensionismo. Vogliamo provare a ricoinvolgerle per una sinistra di governo ma con una agenda alternativa. Continueremo a essere in Parlamento con spirito positivo e non passeremo all’opposizione”.