Le Lettere

Fatti storici, non deliri

Conte pare stia pensando di dimettersi e lasciare la politica. Sarebbe la giusta fine per uno che chiuse gli italiani a chiave dentro casa.
Anna Contini
via Facebook

Gentile lettrice, immagino lei sia tra gli invasati che vaneggiano di una fantomatica dittatura sanitaria durante la pandemia. Se è questo, la lascio ai suoi deliri. Mi rivolgo invece ai tanti estimatori di Conte. Non so se l’avvocato di Volturara Appula deciderà di lasciare né vedo chi potrebbe degnamente sostituirlo. Senza di lui, a mio parere, il M5S si ridurrebbe a un’entità trascurabile, priva di chance, come un’Italia Viva qualsiasi. Sarebbe invece grande la perdita di un uomo che è stato uno statista come pochi. Se e quando la Storia sarà scritta da uomini lontani dalle passioni dell’oggi, emergerà che mai come nei tre anni di Conte l’Italia fu governata senza assecondare potentati economici o interessi personali. Valga per tutti l’esempio dell’Ing. De Benedetti, che più volte chiese un incontro con Conte e mai fu ricevuto. Sarà scritto a lettere d’oro che l’avvocato governò con rettitudine e intelligenza, segnando successi senza precedenti. Fu lui a concepire e ottenere il Recovery Fund – 209 miliardi – che ci evitò il default post pandemico. È stata la prima e l’unica volta in cui l’Ue abbia accettato la condivisione del debito, e forse non succederà mai più. E infine, dopo la pandemia l’Italia ebbe la maggiore crescita del Pil (8,1%) di tutta l’Europa, creando in un anno un milione di posti di lavoro, quanti promessi e mai conseguiti da Berlusconi in undici anni di governo. Questi sono fatti storici, non vaneggiamenti come i suoi.

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