Ferrovie riorganizza. E privatizza. Grandi Stazioni sarà divisa in due nuove società Incarico a McKinsey per andare finalmente sul mercato

Riorganizzare. La parola d’ordine in ferrovie è quella che meno ti aspetti da una società che ha un amministratore delegato a due passi dalla pensione e un’organizzazione interna in gran parte ereditata dalla gestione di Mauro Moretti, l’ex numero uno rimasto pur dai piani alti di Finmeccanica una sorta di supervisore dei nostri binari. Ieri però il Cda ha approvato prima la riorganizzazione di Grandi Stazioni. E poi ha conferito l’incarico al quasi monopolista della consulenza strategica – McKinsey & Company – per sviluppare il piano di privatizzazione. Una partita troppo delicata (e ben pagata) per non essere almeno in parte divisa in associazione temporanea d’impresa con Ernst & Young Financial Business Advisors e The Brattle Group Limited Italian Branch come advisor industriali. Per quanto riguarda Grandi Stazioni, la riorganizzazione sarà realizzata con la scissione non proporzionale dei rami di attività della società, il cui patrimonio sarà conferito a due nuove compagnie.

A TUTTA CONSULENZA
Il cda ha affidato all’Ad Michele Mario Elia tutte le attività propedeutiche, compresa la predisposizione delle bozze di accordo di scissione e dei connessi accordi tra i soci e del bando di gara, che saranno sottoposti all’approvazione del cda di Fs. Ovviamente, tanto per non risparmiare sui consulenti, lo stesso Cda ha deciso di non rinunciare (ai fini della predisposizione del progetto di scissione) alla relazione degli esperti la cui nomina sarà richiesta con apposita istanza al Tribunale.