Fiducia dei consumatori in calo. Cresce l’ansia per la situazione economica personale. C’è scetticismo pure da parte delle imprese fatta eccezione per quelle del commercio al dettaglio

L’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce a luglio 2015 a 106,5 da 109,3 del mese di giugno. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator) scende lievemente, a 104,3 da 104,7 di giugno. Lo rende noto l’Istat.

Diminuiscono tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori. Variazioni più marcate si rilevano per il clima economico e per quello futuro, che passano rispettivamente a 127,9 da 138,6 e a 114,6 da 119,2. Il clima personale e quello corrente diminuiscono in maniera più contenuta attestandosi rispettivamente, a 99,5 da 100,0 e a 101,7 da 103,3.

I saldi dei giudizi e delle attese dei consumatori sull’attuale situazione economica del Paese peggiorano passando rispettivamente a -69 da -57 e a -4 da 9. Il saldo relativo ai giudizi sull’andamento dei prezzi passa a -17 da -21, mentre quello riferito alle attese rispetto ai prossimi 12 mesi passa a -22 da -20. Il saldo sulle attese di disoccupazione aumenta a 28 da 10 dello scorso mese.

Riguardo al clima di fiducia delle imprese, sale a 110,0 da 109,2 il clima di quelle dei servizi di mercato e a 106,5 da 105,9 quello delle imprese del commercio al dettaglio, mentre scende a 103,6 da 103,9 quello del settore manifatturiero e a 117,6 da 119,7 quello delle costruzioni.

Nelle imprese manifatturiere, migliorano i giudizi sugli ordini (a -12 da -13 il saldo), mentre le attese di produzione rimangono stabili (a 11); il saldo dei giudizi sulle scorte di magazzino passa a 3 da 2. Nelle costruzioni peggiorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (a -34 da -33) sia le attese sull’occupazione (a -11 da -9).

Nelle imprese dei servizi migliorano i giudizi e  le attese sugli ordini (a 7 da 4 e a 9 da 5, i rispettivi saldi) ma peggiorano le attese sull’andamento generale dell’economia (a 12 da 18). Nel commercio al dettaglio migliorano i giudizi sulle vendite correnti (a 16 da 7) mentre peggiorano le attese sulle vendite future (a 21 da 23); in accumulo sono giudicate le giacenze di magazzino (a 10 da 5). (ITALPRESS).