Altro che accelerazione: il piano Figliuolo inchioda

Onde evitare l’ennesima figuraccia il generale Figliuolo punta al ribasso: non superare le 300mila dosi al giorno

Altro che accelerazione: il piano Figliuolo inchioda

Dopo aver dato letteralmente i numeri per settimane, il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario all’emergenza covid-19, è alla resa dei conti. Sì, perché questi sono giorni decisivi per i rifornimenti dei vaccini.

Altro che accelerazione: il piano Figliuolo inchioda

Il ritardo delle consegne non solo comporterebbe lo slittamento degli obiettivi prefissati, ovvero 500mila vaccinazioni al giorno entro fine mese, ma rischierebbe di far saltare la campagna vaccinale e quindi ostacolerebbe il raggiungimento dell’immunità di gregge entro settembre. Ma il generalissimo ci ha visto lungo. Onde evitare l’ennesima figuraccia punta al ribasso: non superare le 300mila dosi al giorno in modo da “tenersi al riparo di fronte a nuovi eventuali intoppi”. Ostacoli causati dalle carenze dei contratti europei che il ministro della Salute Roberto Speranza continua comunque a difendere “perché altrimenti avremmo avuto la guerra di un Paese contro l’altro”.

Uno spiraglio di luce sembra arrivare da Pfizer. L’azienda statunitense ha promesso di anticipare di un mese le consegne dei prossimi trimestri. Se questo impegno venisse davvero rispettato le Regioni potrebbero andare a pieno regime prima che arrivi il grosso delle dosi del secondo trimestre. Da aprile a giugno dovrebbero essere a disposizione 52 milioni di dosi. Tra otto e dieci sono programmate ad aprile. Se le oltre 40 rimanenti fossero concentrate su giugno, sarebbe impossibile mantenere il ritmo delle 500mila vaccinazioni al giorno. La media del mezzo milione quotidiano dovrebbe scattare nell’ultima settimana di aprile.

Intanto in questi giorni dovrebbe arrivare in Italia per la prima volta il vaccino di Johnson & Johnson, che si basa sulla stessa tecnica di Astrazeneca. Si tratta di circa 184mila dosi, le prime delle 400-500mila attese tra il 16 e il 19 aprile. Le fiale dell’unico vaccino monodose dovrebbero arrivare tra oggi e domani all’hub della Difesa all’aeroporto di Pratica di Mare, assieme a 175mila dosi di AstraZeneca. Entro oggi, inoltre, Pfizer dovrebbe consegnare in tutta Italia oltre un milione di dosi.

Il ritardo nelle consegne dei vaccini

Sempre per l’inizio della settimana è prevista la consegna da parte di Moderna di circa 400mila dosi, sufficienti per aumentare il ritmo della campagna, sempre che davvero le promesse siano rispettate.

In queste settimane si è visto che Pfizer ha consegnato con regolarità e Moderna consegna di solito piccole quantità, quindi non è decisivo. Il fornitore più irregolare è certamente Astrazeneca, che accumula spesso ritardi, tagliando i quantitativi. Con questi presupposti gli obiettivi del piano stilato esattamente un mese fa dal generalissimo sembrano più che mai irraggiungibili nei tempi previsti: l’Italia avrebbe dovuto viaggiare a una velocità di 300mila somministrazioni al giorno già dall’ultima settima di marzo. Invece non l’ha ancora raggiunta, e ora avrebbe dovuto avvicinarsi al mezzo milione di iniezioni ogni 24 ore.

Le stessa struttura commissariale di Figliuolo certifica il ritardo, spiegando che anche nella settimana 16-22 aprile “si stimano circa 315mila somministrazioni giornaliere negli oltre 2.200 punti vaccinali in tutta Italia attivi”. Questa settimana però sarà decisiva anche per tenere quanto meno il passo degli altri grandi Paesi Ue, che nei giorni scorsi hanno accelerato più dell’Italia. Dunque in sette giorni è previsto l’arrivo di circa due milioni e duecentomila dosi di vaccino. Ciò dovrebbe consentire di migliorare la media di 242mila inoculazioni al giorno tenuta dal 3 al 9 aprile, che è peggiore di quella tenuta in Germania (425mila), in Francia (287mila) e pure in Spagna (255mila).

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