Fine vita, la furia ideologica del governo sui diritti: ricorso contro il suicidio assistito in Emilia-Romagna

Il governo ha presentato ricorso contro le delibere della Regione Emilia-Romagna sul fine vita: lo scontro si sposta in tribunale.

Fine vita, la furia ideologica del governo sui diritti: ricorso contro il suicidio assistito in Emilia-Romagna

La furia ideologica del governo sui diritti si scaglia anche contro la Regione Emilia-Romagna sul fine vita. Il 12 aprile la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero della Salute hanno depositato al Tar dell’Emilia-Romagna un ricorso contro la direzione sanitaria Salute della persona della Regione, chiedendo l’annullamento delle delibere di giunta che danno attuazione al suicidio mediamente assistito.

La notizia viene comunicata da Valentina Castaldini, consigliera regionale di Forza Italia, spiegando che sul tema verrebbe evidenziata una “carenza di potere dell’ente”, oltre che una presunta “contraddittorietà e l’illogicità delle motivazioni introdotte nelle linee guida inviate alle aziende sanitarie”. 

Fine vita, scontro tra governo e Regione Emilia-Romagna

La delibera regionale fornisce le istruzioni tecniche alle Ausl per dare seguito alle eventuali richieste di suicidio assistito. Il ricorso del governo viene definito “ideologico” dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, che invoca la necessità di una legge parlamentare sul tema. 

Oltre al ricorso del governo guidato da Giorgia Meloni c’è anche quello della stessa consigliera Castaldini, secondo cui l’esecutivo ha deciso di seguire la strada del tribunale ritenendo che “ci fossero tutti gli estremi per annullare le delibere”. 

La Regione aveva deciso di approvare le delibere in giunta evitando la discussione in aula che avrebbe potuto affossare la proposta, come avvenuto per esempio in Veneto. Ora al ricorso di Castaldini si associa quello del governo, senza però chiedere la sospensiva in quanto al momento non risultano alle aziende sanitarie richieste di suicidio assistito.