“Fondi certi e in tempi rapidi. Quella sul Recovery Fund è una vittoria personale di Conte”. Parla l’europarlamentare Cinque Stelle, Ferrara: “Salvini e tutti i sovranisti europei messi all’angolo”

Onorevole Laura Ferrara, eurodeputata M5S, l’Italia strappa 209 miliardi, una cifra superiore rispetto ai 172,7 del piano originale della Commissione, ma a salire è la quota di prestiti. Al netto della contribuzione al bilancio Ue, quanti soldi arriveranno al nostro Paese? E quando? Conte, ma anche la Merkel, hanno insistito molto sul fattore tempo…

“L’accordo europeo prevede che il Recovery Fund entrerà in funzione a partire dal 2021 ma, grazie a una negoziazione in extremis del nostro Presidente del Consiglio, coprirà anche le spese retroattive che abbiamo sostenuto durante i mesi più acuti della pandemia e cioè a partire dal febbraio 2020. Tutti, a ragione, si concentrano sui numeri e sul fatto che portiamo a casa la fetta più grande della torta. Tuttavia, è molto importante anche la tempistica: con questa soluzione potremo avere i fondi europei già quest’anno e avviare quelle riforme che attendiamo da decenni e che ci permetteranno di essere finalmente concorrenziali rispetto a tutti gli altri Paesi europei”.

Quanto ha influito sull’accordo, ottenuto con una negoziazione sicuramente molto complessa, la caparbietà e soprattutto la capacità diplomatica del premier?

“Molto. In Europa le spacconate alla Salvini portano a zero risultati, servono invece visione, responsabilità e competenza, qualità che il nostro Presidente del Consiglio a più riprese ha dimostrato di avere. L’accordo di Bruxelles è una sua vittoria personale che rafforza il governo, la maggioranza e mette in sicurezza il futuro dei cittadini che potranno beneficiare di fondi straordinari. Salvini e Meloni e tutti i sovranisti europei sono messi stati all’angolo. Scommettevano sul fallimento dei negoziati e hanno perso”.

L’asse franco-tedesco esce rafforzato dalla trattativa. L’Italia che ruolo gioca in questo assetto europeo?

“Con 209 miliardi, al nostro Paese viene assegnato il 28% delle risorse del Next Generation Ue, a dimostrazione che senza Italia non esiste Europa. L’asse di Conte con Francia, Spagna, Portogallo e Grecia ha funzionato”.

L’olandese Rutte alla fine ha dovuto cedere sulla governance e la sua pretesa di controllare le riforme altrui. Ma ha comunque ottenuto il “meccanismo di freno”. In cosa consiste? Sarà realisticamente applicabile?

“La procedura rimane nella competenza della Commissione, come avevamo chiesto. Il freno d’emergenza arriverà solo in circostanze eccezionali e se un Paese devia in maniera evidente rispetto agli obiettivi prefissati, ma non sarà il caso dell’Italia perché noi condividiamo le finalità europee su istruzione, infrastrutture, digitale e ambiente. Su questo qualcuno ha parlato di fregatura, ma l’unica fregatura per gli italiani è avere Salvini come leader dell’opposizione: è sempre assente nei luoghi decisionali, non conta nulla in Europa e indebolisce quindi l’Italia, diffonde fake news e alimenta paure. Trovo vergognoso che durante i quattro giorni di negoziato non abbia speso una parola di incoraggiamento per Conte che era a Bruxelles a difendere gli interessi italiani e quindi anche i suoi. Se in Europa ci fossero stati sovranisti come l’olandese Geert Wilders, suo alleato, non sarebbe arrivato neanche un cent”.

C’è chi nella maggioranza, persino all’indomani di questo storico accordo sul  Next Generation Eu e sul Recovery continua a tirare in ballo il Mes… il M5s continuerà a tenere il punto?

“Mi faccia togliere qualche sassolino dalla scarpa. Sono settimane che il Movimento 5 Stelle ripete che il Mes non è lo strumento adeguato per superare questa crisi epocale. Adesso, alla luce della potenza di fuoco del Recovery Fund, quella nostra convinzione è certezza per tutti. Con il Recovery Fund abbiamo 80 milioni di trasferimenti e i prestiti sono più vantaggiosi di quelli del Mes. Inoltre, come ha ricordato Conte questo accordo è una prova di maturità dell’Unione europea e porterà sicuramente un calo dello spread che ci permetterà di risparmiare diversi miliardi. Quindi Mes, no grazie!”.

I fondi erogati sono condizionati a riforme strutturali. La sfida ora sarà gestire questi capitali. Come dovrebbe impegnarli in governo?

È normale che ci sia un monitoraggio sull’uso dei fondi europei: non possiamo sprecare nemmeno un centesimo di questa opportunità storica di cambiamento. Quindi ben vengano i controlli, anche per contrastare gli appetiti delle mafie che cercheranno di mettere le mani su questa grande quantità di denaro. Per noi bisogna investire in innovazione, rilanciare il turismo, puntare sulla transizione verso un’economia verde e resiliente e un modello di produzione a minor impatto energetico. Il Movimento 5 Stelle ha le idee, le capacità e gli uomini per governare questo passaggio epocale verso l’Italia del futuro.