Dall’inizio dell’emergenza coronavirus e fino all’8 gennaio scorso, il simbolo del fallimento della Regione Lombardia nella gestione della pandemia è stato lui, l’assessore regionale al welfare Giulio Gallera (nella foto). L’azzurro sognava già la fascia da sindaco di Milano quando il Covid, oltre a rivoluzionare la vita di tutti, ha rivoluzionato anche le sue aspettative. Tra errori notevoli e gaffe clamorose, era del resto diventato anche un obiettivo piuttosto facile, tanto da trasformarsi alla fine in un utile capro espiatorio.
Dopo che Letizia Moratti ha preso il suo posto la situazione non è però migliorata e ora è talmente grave sul fronte della campagna vaccinale che non ci sono più alibi e lo stesso Gallera ha iniziato a togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Pirellone da commissariare sul fronte della sanità? Per molti non sembra più un tabù.
SCHERMAGLIE E SCUSE. “Il tempo è galantuomo e mi ha restituito un po’ di giustizia”, ha dichiarato l’ex assessore a La Stampa. “Io non ho nulla da rimproverarmi, il sistema ha fatto il massimo possibile di fronte a una pandemia senza precedenti. Alla fine l’unico problema oggettivo che ho avuto io è stato quello dei vaccini antinfluenzali e per quanto mi riguarda posso dire che l’errore è stato negli acquisiti”, ha aggiunto.
Fino all’affondo verso il Carroccio, specificando che gli acquisti erano decisi dalla società Aria, “che aveva sbagliato completamente il percorso di acquisizione, a febbraio proponendo una gara con un prezzo senza senso a cui non aveva partecipato nessuno. Ad aprile sbagliando di nuovo, poi strapagando i vaccini che comunque erano pochi e non si trovavano…una società fortemente voluta dalla Lega e che si è dimostrata una realtà non efficiente e al di sotto delle aspettative”.
La Moratti ha provato a difendersi. “Dopo Pasqua, nei giorni immediatamente successivi alle festività, sarà completata la campagna vaccinale alla popolazione over 80”, ha detto la vicepresidente. Ma le pezze e le promesse ormai non tengono. Non coprono più i buchi nella gestione dell’emergenza nonostante a tentare complessi rammendi sia pure Guido Bertolaso, coordinatore della campagna vaccinale.
“È assolutamente vero che qualcosa non funziona. Sono stato il primo a criticarlo – ha detto – ma io sono qui a vaccinare, non a sistemare la parte informatica della Regione Lombardia. Quando questa parte informatica lavorerà perfettamente, qui vaccineremo più velocemente che nel resto d’Europa”.
L’ex numero uno della Protezione civile ha poi cercato di sostenere che in Lombardia si sta vaccinando in media come nel resto d’Italia, che esclude sabotaggi e che non è stata sprecata neppure una fiala di vaccino nonostante i problemi con le vaccinazioni.
ALLE STRETTE. Il Movimento 5 Stelle ha chiesto al generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario all’emergenza Covid, di vigilare sulla Lombardia. “La Giunta regionale deve farsi da parte. è ormai palese quanto siano inadeguati a gestire la campagna vaccinale nella regione che è passata dall’essere considerata la locomotiva d’italia a vergogna italiana”, ha dichiarato la deputata pentastellata Stefania Mammì chiedendo di commissariare la campagna vaccinale nella regione governata da Attilio Fontana. Sulla stessa linea l’ex ministro Danilo Toninelli. A puntare il dito contro il caos lombardo sono stati poi anche il Pd e la senatrice Loredana De Petris di Leu. Questa volta la roccaforte leghista sembra davvero vicina alla capitolazione.