Foti non sa cosa fanno i suoi stessi deputati

In FdI c'è chi vuole cancellare il reato di tortura, ma il capogruppo Tommaso Foti non sa cosa fanno i deputati. E replica: "Nessuna scivolata, pensiero declinato in modo errato".

Foti non sa cosa fanno i suoi stessi deputati

Mentre Amnesty International indica i gravi fatti di Verona (un ispettore e quattro agenti di polizia sotto indagine) come “l’ennesimo motivo per non abolire il reato di tortura” il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Tommaso Foti si espone – come spesso gli accade – per parare il colpo. “Lo Stato c’è e la Polizia di Stato ha dimostrato grandissima serietà – ha detto Foti ospite di Agorà su Rai3 -. L’indagine sui fatti di Verona la Procura la ha assegnata alla Polizia di Stato. Se vi sono alcune persone che vestendo una divisa non la onorano ci sono migliaia di persone che vestendo quella divisa la onorano”.

La proposta di legge di Vietri sul reato di tortura

Fin qui tutto bene. Il capogruppo meloniano poi si è avventurato sul reato di tortura, già al centro delle polemiche nei mesi scorsi: “Mi pare che non vi sia alcuna proposta all’esame delle Commissioni o prevista per il calendario d’Aula che voglia modificare il reato di tortura”, ha detto Foti. Peccato che siano proprio i suoi compagni di partito (prima firmataria Imma Vietri) ad avere depositato la proposta di legge assegnata in Commissione Giustizia della Camera con cui si vorrebbe di fatto abrogare gli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale che introducevano il reato. Infatti alla fine Foti non si trattiene e gli scappa una confessione: “Io penso che il reato di tortura andrebbe meglio circoscritto” ha aggiunto spiegando che lo farebbero solo per evitare “che la Cassazione debba poi continuamente correggere sentenze”. Alla fine esce sempre la vera natura.

La precisazione di Foti

Dopo la pubblicazione dell’articolo, Foti ha inviato una precisazione: “È pur vero che non è obbligatorio capire, ma tra la presentazione di una proposta di legge e l’avvio dell’iter per l’esame della stessa vi è una differenza talmente grande da non potere non essere nota all’autore dell’articolo. Nessuna scivolata su alcuna buccia di banana da parte di chi scrive: come affermato, e qui ribadito, non vi è infatti all’esame di alcuna commissione parlamentare (nella fattispecie, in primis, la giustizia) né tanto meno risulta iscritta nel calendario dei lavori dell’Aula (pubblico e, quindi, facilmente consultabile, come del resto quello delle Commissioni) alcuna proposta di legge recante abolizione o modifica del reato di tortura. Con buona pace di chi virgoletta correttamente il mio pensiero e poi lo declina in modo del tutto errato”.

Prendiamo atto della precisazione dell’onorevole Foti. E del fatto che nel gruppo parlamentare da lui presieduto ci sono evidentemente deputati che presentano proposte di legge con l’auspicio che non vengano mai discusse“.
Giulio Cavalli

Riceviamo e pubblichiamo:

Spiace che vi confermiate primatisti nel non capire, pur non essendo quest’ultimo esercizio obbligatorio. Conosco a tal punto cosa fanno i miei deputati, che so benissimo quali proposte di legge sono calendarizzate e quali no. E che delle proposte di legge presentate ne vengano discusse alcune e approvate meno non lo dico io ma basterebbe consultare qualche report che la Camera periodicamente pubblicizza. Forse l’unico che scrive non sapendo ciò è chi invece pensa di saper tutto. Forse un ritorno al socratico “so di non sapere” sarebbe salutare al Vostro poco ironico giornalista“.
Tommaso Foti