Frecciarotta d’Italia: si investe solo sull’Alta Velocità. Il calvario di tre milioni di pendolari che ogni giorno si spostano su treni disastrati

Frecciarotta d'Italia: si investe solo sull'Alta Velocità. Il calvario di tre milioni di pendolari che ogni giorno si spostano su treni disastrati

Pendolari di tutta Italia uniti nella disperazione giornaliera. Stiamo parlando di circa 3 milioni di persone che si recano a lavoro, a scuola o all’università in treno e che sono costrette a convivere con una serie di disservizi continui. Soprattutto nel Mezzogiorno, anche se non si scherza nemmeno a nord del Po. Perché nei trasporti su rotaia la maggioranza delle persone non conta. Come dimostrano gli investimenti fatti soltanto sul trasporto ad Alta velocità che, però, riguarda ogni giorno “solo” 170 mila persone. Il dossier Pendolaria 2017, stilato da Legambiente, dimostra che anche l’entrata in vigore degli orari invernali non ha cambiato affatto lo stato disastroso dell’arte. Perché c’è stato “un boom di collegamenti veloci, come le 50 corse di Frecciarossa e le 25 di Italo da Roma a Milano, per un aumento dell’offerta del 75,5% dei treni in circolazione in sette anni, con un treno ogni 10 minuti negli orari di punta”. L’analisi effettuata sottolinea, inoltre, che sette anni fa, prima dei tagli, circolava il 6,5% dei treni regionali in più e il 20% degli Intercity. Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente, è andato dritto al punto: “Il problema del trasporto ferroviario in Italia è che manca una strategia di potenziamento complessivo, al di fuori dell’Alta velocità”.

Le dieci linee disastrose – A guidare la speciale classifica dei disservizi ancora una volta è la Roma-Lido. Subito dopo c’è la Circumvesuviana che collega 2 milioni di abitanti nell’area metropolitana di Napoli. Un disastro con 4.252 treni soppressi solo nel 2016. Undici ogni giorno. Terzo gradino del podio per la ferrovia Jonica che collega Reggio Calabria a Taranto: 472 chilometri di disavventure giornaliere, con una percorrenza totale di 6 ore e 15 minuti quando va bene. Non c’è territorio che tenga e, infatti, salendo a nord ritardi e mezzi obsoleti sembrano essere costanti per i regionali Verona-Rovigo e Brescia-Casalmaggiore-Parma. Situazione non migliore in Piemonte sui 40 chilometri tra Settimo Torinese e Pont Canavese (7° posto) dove convogli cancellati e sovraffollati sono parte dell’ordinarietà. Treni vecchi e sporchi anche in Liguria sulla Genova-Savona-Ventimiglia (9°posto). Imbarazzante anche la situazione della Palermo-Agrigento (6° posto) e della Bari-Corato-Barletta (10°posto). Capitolo a parte merita la Campobasso-Roma (8° posto). Le avventure dei pendolari molisani sono ormai storia da tramandare ai posteri con il libro, appena pubblicato, intitolato Binario 20 bis, dal celebre punto d’arrivo e partenza, collocato a quasi un chilometro dalla stazione Termini, della freccia made in Molise.