Fuortes in sella al Carroccio. L’Ad non scende dal cavallo… Rai

Giovedì il Cda della Rai approverà il bilancio. Ma non è più scontato che l'amministratore delegato Carlo Fuortes si dimetta.

Fuortes in sella al Carroccio. L’Ad non scende dal cavallo… Rai

Chi bazzica nei corridoi di Viale Mazzini lo sa bene: in Rai le cose possono cambiare in men che non si dica. Specie quando arriva la stagione delle nomine. Specie quando tutto dipende dal sottile e ondivago filo che tiene legata la Tv di Stato alla politica. E così quello che sembrava un finale già scritto – la fine dell’era di Carlo Fuortes come amministratore delegato della Rai per lasciar posto all’era di Giampaolo Rossi, fedelissimo di Giorgia Meloni – non è poi così “già scritto”.

Giovedì il Cda della Rai approverà il bilancio. Ma non è più scontato che l’amministratore delegato Carlo Fuortes si dimetta

Per carità: non c’è dubbio (almeno per ora) sul fatto che Rossi arriverà presto a ricoprire il ruolo di Ad della “nuova” Rai; ciò che potrebbero cambiare sono i tempi. Fino a qualche giorno fa pareva scontato che, dopo il Cda in programma il prossimo 20 aprile quando verrà approvato il bilancio, Fuortes avrebbe rassegnato le dimissioni e questo avrebbe consentito la fine anticipata del Consiglio di amministrazione e, di conseguenza, le nomine di un nuovo Ad, un nuovo presidente e nuovi membri del Consiglio. Ecco, tutto questo potrebbe saltare con la conseguenza che Fuortes e compagni arriverebbero alla scadenza naturale del loro incarico, fissata a luglio 2024.

Insomma, un cambio di passo solo rimandato. Il tutto nascerebbe, secondo quanto riportato anche dal sito sempre informatissimo sui retroscena TvBlog, dalla decisione della Lega di stoppare il percorso di avvicinamento dei nuovi arrivi al settimo piano di viale Mazzini, indicando una via ben precisa: lasciamo Fuortes fino a fine mandato, rimandando il ricambio con la scadenza naturale di questo Cda.

E su questo fronte starebbe cercando conferme e certezze lo stesso Fuortes, assolutamente intenzionato a restare – è il caso di dirlo – in sella al cavallo di Viale Mazzini. C’è da dire, peraltro, che dopo i primi contatti di attrito, anche la Meloni si sarebbe ricreduta sull’attuale amministratore. E dunque l’idea di arrivare a scadenza naturale potrebbe essere accettata di buon grado anche da Fratelli d’Italia senza evidenti o eccessive rotture con i compagni di maggioranza della Lega.

Resta, però, la domanda: che fine farebbero a questo punto le nomine dei vari direttori di genere e di testata? Un potenziale accordo potrebbe prevedere proprio questo: il Cda arriva a luglio 2024, a patto che invece i nuovi direttori cambino il prima possibile. Ovviamente le nomine potrebbero slittare, con la conseguenza che diventa sempre più complicato pensare che a stabilire e stilare il palinsesto della prossima stagione invernale siano i nuovi direttori e non coloro che ad oggi sono in carica.

La soluzione? Dare, forse, continuità – il più possibile – tra presente e futuro. E dunque Marcello Ciannamea dovrebbe ormai essere certo di andare alla guida dell’intrattenimento prime time, con la staffetta con Stefano Coletta alla distribuzione. Angelo Mellone salirebbe di grado all’intrattenimento day time (alla Fiction resterebbe, dunque, Maria Pia Ammirati) con Silvia Calandrelli pure incatenata alla direzione Cultura, Marco Franzelli stazionario fino alla pensione allo Sport e Paolo Corsini che succede naturalmente ad Antonio Di Bella che a maggio andrà in pensione.

Rao potrebbe andare al Tg1, Preziosi al Tg2 e Orfeo al Tg3

E le testate? Secondo quanto raccontato da TvBlog, sarebbero in calo le quotazioni di Gian Marco Chiocci al Tg1, dove invece dovrebbe andare Nicola Rao. E dunque al Tg2 potrebbe andare Antonio Preziosi, mentre al Tg3 resterebbe Mario Orfeo. I nomi, dunque, continuano a circolare. Perdono o acquistano quotazioni a seconda delle contingenze. Ma ormai mancano solo pochi giorni all’approvazione del bilancio. E poi tutto sarà più chiaro.