Garante della Privacy, anche i dipendenti chiedono l’azzeramento del collegio

All'unanimità i dipendenti del Garante chiedono le dimissioni del collegio. L'unico a lasciare la poltrona ieri il Segretario generale

Garante della Privacy, anche i dipendenti chiedono l’azzeramento del collegio

Tutti a casa. È la richiesta – inaudita – recapitata ieri dal personale dell’Autorità garante della Privacy ai quattro membri del Collegio presieduto da Pasquale Stanzione. L’intimazione di sfratto è arrivata, come riferito da Wired e rilanciato da Sigfrido Ranucci sui social, con una votazione all’unanimità al termine dell’assemblea sindacale tenutasi ieri.

Tra le motivazioni addotte dai lavoratori, le polemiche innescate dalle tre puntate di Report, che hanno svelato sia i legami organici di alcuni membri del consiglio (teoricamente indipendenti) con il partito della premier Giorgia Meloni, a partire da Agostino Ghiglia, sorpreso a colloquio con Arianna Meloni il giorno prima della sanzione da 150mila euro comminata a Report, sia i potenziali conflitti di interesse di alcuni membri, come quelli determinati dai clienti dello studio legale E-Lex, fondato dal garante Guido Scorza, sia le spese e i costi dell’ente.

Il primo ad andarsene il Segretario generale

Il primo effetto  sono state le dimissioni presentate ieri sera dal Segretario Generale Angelo Fanizza. Da tempo le opposizioni chiedono l’azzeramento del Consiglio, richiesta rispedita al mittente sia dal centro-destra, che dagli stessi garanti, i quali per bocca di Stanzione avevano riaffermato di voler rimanere in carica fino alla naturale scadenza del mandato, nel 2027.

Ora però la sfiducia dei lavoratori riapre la questione. “Quando perfino il personale interno denuncia opacità, conflitti di interesse e una gestione incapace di tutelare la stessa credibilità dell’istituzione, l’unica risposta sensata sarebbe un passo indietro”, commenta il capogruppo M5S in commissione di vigilanza Rai, Dario Carotenuto, “Continuare a ignorare queste voci significa mettere la propria poltrona davanti al prestigio dell’istituzione, già in evidente difficoltà. Se il Garante vuole ancora avere un ruolo autorevole, deve ascoltare chi manda avanti l’Autorità ogni giorno. Le dimissioni l’unico gesto di dignità rimasto”.

Piccolotti: “Fino a quando credono di poter andare avanti?”

Sulla stessa linea l’Avs Elisabetta Piccolotti che si domanda “Cosa deve ancora succedere per convincere il Collegio a fare un passo indietro e salvare quello che rimane del prestigio di questa importante istituzione?”.

“Davvero pensano che i cittadini possano fidarsi di loro se non hanno nemmeno la fiducia dei dipendenti?”, ha aggiunto Piccolotti, “Una settimana fa Avs ha depositato una proposta di legge che introduce nuove norme per la nomina del componenti e che prevede la decadenza dell’attuale collegio senza attenderne le dimissioni. Calendarizzarla sarebbe un messaggio chiaro ai componenti dell’attuale collegio: perché le altre forze politiche, di maggioranza e di opposizione, che nell’immediato parlavano di azzeramento ora restano in un imbarazzato silenzio?”, ha concluso.