La notizia era nell’aria da tempo. E alla fine il capo di gabinetto del ministero dell’Economia, Roberto Garofoli (nella foto), ha lasciato l’incarico. “Mi dispiace molto, lui all’inizio mi aveva detto che probabilmente voleva cambiare. Lo avevo obbligato a rimanere fino alla legge di bilancio. Ora torna al suo mestiere nella magistratura”, ha commentato il ministro dell’Economia Giovanni Tria, che ha assicurato che non si è trattato della conseguenza delle critiche rivolte ai tecnici del ministero da esponenti di Governo.
Le parole di Tria sembrerebbero dunque smentire che l’addio di Garofoli sia legato alle tensioni tra la parte “politica” dei gialloverdi e i tecnici del Mef. In particolare, Garofoli era stato accusato dai 5 Stelle di essere “la manina” che aveva inserito nel dl Fiscale un emendamento che assegnava 28 milioni di euro l’anno per tre anni alla gestione commissariale della Croce Rossa, ente ufficialmente in liquidazione coatta da gennaio.
L’alto dirigente era stato difeso dallo stesso Tria che aveva parlato di “attacco irrazionale”. Nelle stesse ore a formalizzare le dimissioni è stato anche il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) Walter Ricciardi, che ha convocato il consiglio di amministrazione dell’Istituto per informare che dal primo gennaio non sarà più presidente. Da giorni aveva inviato la lettera nella quale comunicava le sua decisione al ministro. Il ministro della Salute Giulia Grillo ha accettato le dimissioni affermando che ora parte la fase commissariale, “per assicurare l’ordinaria amministrazione”.