Gentiloni va da Pippo Baudo e si allunga la legislatura: “Avanti fino al 2018”. Con tanto di fiducia a Lotti sull’inchiesta Consip

Intervista a 360 gradi per il Premier Paolo Gentiloni: "Priorità sono giovani e Sud, far crescere economia"

Paolo Gentiloni a 360 gradi nell’ospitata a Domenica In. A intervistare il presidente del Consiglio ci ha pensato Pippo Baudo. A quanto pare l’esecutivo ha tutte le intenzioni di durare fino alla scadenza naturale del 2018. Ma non si doveva andare subito al voto dopo la sconfitta referendaria? Ma tant’è. Come ha spiegato Gentiloni su Rai 1: “I governi fanno quello che dice la Costituzione. Abbiamo cose da completare del governo Renzi e anche delle cose nuove e importanti. La scadenza è la fine della legislatura poi i governi possono finire prima se non hanno la maggioranza in Parlamento ma io dico sempre ai miei colleghi che dobbiamo lavorare non avendo in mente la durata ma le nostre responsabilità”.

Sull’inchiesta Consip, invece, il premier ha ribadito totale fiducia al ministro Luca Lotti spiegando che non può bastare un avviso di garanzia visto che una regola fondamentale è la presunzione di non colpevolezza. “Mi sta a cuore che si faccia chiarezza da parte della magistratura”, ha affermato Gentiloni, .”Il meccanismo Consip è servito al Paese in termini di riduzione di spese, serve a concentrare gli appalti per evitare che ogni singola amministrazione si faccia i suoi. Se in questa roba si inserisce la corruzione, come sembra dall’inchiesta, è molto grave e mi auguro che la magistratura lo chiarisca nel modo migliore possibile e più rapido possibile”.

Gentiloni vede anche un Paese ottimista. Beato lui che da Baudo oggi ha affermato: “”Le cicatrici della crisi si fanno sentire ancora e che ci sia una crisi di fiducia è abbastanza comprensibile, ma le cose fatte in questi anni ci hanno rimesso in carreggiata e penso che le cose possono migliorare non solo nei grandi numeri astratti ma anche nelle nostre buste paga. Ci vuole l’ottimismo di un grande Paese”.

II prossimo step fissato è quello di abbassare le tasse sul lavoro e rendere gli investimenti sul lavoro più vantaggiosi. “I giovani ed il lavoro sono due cose che vanno insieme e a questo ci aggiungiamo il Mezzogiorno. Abbiamo fatto cose importanti sul piano del mercato del lavoro e questo ci ha consentito di avere settecentomila posti stabili, e non sono pochi. Io ricordo”, ha continuato, “campagne elettorali in cui si prometteva un milione di posti di lavoro; noi ne abbiamo fatti 700 mila senza clamori, ma la disoccupazione giovanile è ancora alta, quello che manca è la capacità di far crescere ad un ritmo diverso la nostra economia”.

Sui migranti ha parlato di collaborazione tra le autorità centrali e gli enti locali. Ma c’è ancora tanto da fare sia in Italia che in Europa. Per Gentiloni va tutto bene, tutto sommato.