Ghini: “La Sinistra ragioni. Se non cerca un’intesa regala il Lazio alle destre”

Per l'attore romano Massimo Ghini nel Lazio "il patto tra i progressisti ha dato buoni frutti. È un errore ignorarlo".

È finita l’era di Zingaretti in Regione e probabilmente anche quella dell’alleanza tra Pd e M5S nel Lazio. Massimo Ghini, secondo lei senza il campo largo il Centrosinistra ha già consegnato la Regione alla destra oppure la partita va ancora disputata?
“La Sinistra non sta consegnando niente a nessuno. Quello che ritengo sia importante sottolineare è che ci deve essere un ragionamento serio e concreto, nonché strutturale, tra tutte le forze dell’opposizione visto che è evidente che uniti si vince. Guardando al Lazio, la Sinistra che qui ha governato ne esce a testa alta e dovrebbe essere presa a modello. Dobbiamo dirlo e sottolinearlo anche perché in questo Paese abbiamo il malcostume di demolire un’esperienza politica appena termina. Ma qui da demolire non c’è nulla. Anzi bisogna ripartire da questi risultati perché la destra non ha già vinto”.

Qual è lo stato di salute della politica italiana?
“Più in generale mi sembra che la politica italiana, specie quella della Sinistra, sta attraversando un periodo di profonda crisi. La Destra ha vinto le ultime politiche ma lo ha fatto semplicemente perché la Sinistra si è divisa in più parti e di fatto non è nemmeno scesa in campo. Tutto ciò si vede dal fatto che le destre avevano 12 milioni di voti prima e ne hanno ottenuti 12 milioni ora. Insomma non c’è stata alcuna ondata di destra come ci hanno fatto credere politici e opinionisti in televisione”.

A impedire l’accordo ci sono le condizioni imposte da Conte al Pd, ossia il no agli inceneritori e no alle nomine politiche nella Sanità. Condizioni che sono state rigettate dal Pd. Secondo lei, se non dovessero trovare un accordo, di chi sarebbero le colpe maggiori?
“Guardi la mancanza di quest’accordo ancora non è stata ufficializzata quindi non si possono escludere sorprese. Ad ogni modo questo non è un discorso da affrontare come si fa con una schedina del totocalcio. Serve fare un ragionamento molto più ampio e oltre alla contestazione vorrei sentire delle soluzioni sia dal Pd che da M5S. Vorrei sapere qual è l’offerta alternativa rispetto all’inceneritore che so bene essere un problema per chi se lo ritroverebbe dietro casa, quale quella da preferire al rigassificatore di Piombino e in generale quella a qualunque altro problema che viene presentato. Dobbiamo superare la logica secondo cui si può essere di governo e di opposizione. Ma questo è un discorso che vale davvero per tutti, anche per le forze di Governo, visto che letteralmente nessuno si prende la briga di informare i cittadini di un problema e presentare alternative su cui ragionare e prendere una posizione”.

Secondo i dati della Caritas, Roma è sempre più povera. Eppure i politici sembrano pensare soltanto alle poltrone o, almeno nel Centrodestra, a eliminare il Reddito di cittadinanza. Che effetto le fa tutto ciò?
“Oggi come oggi, lo dico con amarezza, sono cambiati i rapporti tra politici e cittadini. Un tempo il legame veniva vissuto nella quotidianità e si fondava sulle ideologie, mentre ora è mediato attraverso la televisione, mezzo che a mio parere pochi di loro sanno usare. Vorrei far ragionare sul fatto che i politici fanno una scelta di vita e questa un tempo era fondata sugli ideali mentre ora è solo strumentale e viene fatta per prendere uno stipendio. Ma la politica è una parte fondamentale della democrazia che, come noto, è il sale della nostra vita. Oggigiorno la cosa che davvero mi infastidisce nella politica italiana è questo continuo ricorrere alla volgarità e mistificare la realtà. Siamo davanti a una guerra con uno Stato che ne ha invaso un altro, a una crisi economica dilagante e sentiamo infinite discussioni sui sottosegretari. Ma cosa gliene frega a un cittadino che fatica ad arrivare a fine mese di chi verrà fatto viceministro o sottosegretario”.

Stando così le cose, a suo parere cosa possono fare i cittadini per farsi sentire?
“Noi cittadini dobbiamo rimboccarci le maniche e darci da fare perché viviamo in una democrazia. Io ho quattro figli e nella mia vita ho raggiunto i miei obiettivi. Ora il problema che mi pongo è quello del futuro dei miei figli e di quello di tutti i giovani. Dobbiamo pensare a questo e farci sentire chiedendo alla politica di farci capire quello che vuole e può fare perché non se ne può più di sentire le loro solite baggianate che interessano soltanto a loro. Il punto è che i cittadini devono capire che la democrazia non è una delega in bianco messa in mano ai politici ma qualcosa che fa parte del nostro patrimonio genetico e che deve essere alimentata ogni giorno”.

In passato si è spesso detto preoccupato dal vento di destra che soffia sull’Italia. Quali sono le sue preoccupazioni in vista delle regionali?
“Non ho paura del fascismo perché è un fenomeno finito ottant’anni fa. Questa è una nuova Destra e se ancora hanno bisogno di fare il saluto romano, allora stanno messi male. Tanto per capirci pochi giorni fa qualche decina di nostalgici sono andati a Predappio mentre a Roma la Sinistra ha radunato centomila persone per la marcia per la pace, ma quale paura dobbiamo avere? Oggi come oggi dobbiamo soltanto capire se determinate alleanze all’interno della regione Lazio possano portare alla vittoria di un candidato di Sinistra. Se non è possibile farlo, non finirà né il mondo né la democrazia ma semplicemente governeranno altri secondo il principio dell’alternanza. Voglio ribadire che il bisogno che sento è che la tutta Sinistra, da Fratoianni al Pd e ai 5S, si metta al tavolo per costruire un progetto serio e concreto. Questo è quello di cui l’Italia ha bisogno”.

 

 

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