Giallorossi formato Sardegna per il bis in Abruzzo

Il 10 marzo l'Abruzzo torna al voto per le regionali: il rettore di Teramo Luciano D'Amico cerca l'impresa su Marsilio.

Giallorossi formato Sardegna per il bis in Abruzzo

“C’è l’occasione di rivincere subito, il 10 marzo in Abruzzo, dove sono assolutamente ottimista sia come centrodestra sia come risultato della lista Lega”. Mascherare la delusione, le lacerazioni e la rabbia, facendo professione di ottimismo. È la scelta di Matteo Salvini, ieri a Pescara a fare campagna elettorale, per far dimenticare la sconfitta rimediata in Sardegna e quel misero 3% di voti racimolati dal Carroccio. Sì perché, non ancora del tutto spenti i riflettori su Cagliari, l’attenzione è già a Pescara e l’Aquila, dove domenica 10 marzo, in un’unica giornata, si sceglierà il governatore. Qui a fronteggiarsi saranno l’uscente, il già missino poi melonianissimo, Marco Marsilio, appoggiato dal centrodestra, e il Rettore dell’Università degli Studi di Teramo, Luciano D’Amico (nella foto).

Il 10 marzo l’Abruzzo torna al voto per le regionali: il rettore di Teramo Luciano D’Amico cerca l’impresa su Marsilio

Alle spalle di D’Amico una coalizione formata dal Partito Democratico e Movimento 5 Stelle insieme a varie liste civiche. In più, a differenza di quanto successo in Sardegna, anche Azione e italia Viva sosterranno il candidato del campo largo. Secondo gli ultimi sondaggi pubblicati, Marsilio è avanti e D’Amico rincorre, ma è vicino. Una manciata di punti dividerebbe i due, inferiori comunque a quelli che sulla carta dividevano Todde e Truzzu. Fino a tre giorni fa il centrodestra non aveva dubbi sull’esito del voto. Un po’ perché a correre è il presidente (eletto col 48,03% dei voti, seguito da Giovanni Legnini, centrosinistra, al 31,28% e Sara Marcozzi (ex M5S) con il 20,20%.

Un po’ perché l’Abruzzo oggi è considerata terra di Meloni (non a caso è stata eletta proprio qui alle ultime politiche). Un po’ perché proprio Marsilio era stato il primo presidente di FdI a essere eletto. Inoltre, si diceva, a differenza della Sardegna, in Abruzzo non c’è il voto disgiunto. Tranquilli, quindi. Poi però sull’Abruzzo si è abbattuto il ciclone Todde, la cui vittoria ha dimostrato che la destra è battibile, se si resta uniti e si presenta un candidato credibile. Come lo è D’Amico. E a dimostrazione dell’impennata di angoscia il vertice organizzato lunedì a Roma tra Giovanni Donzelli e Arianna Meloni proprio sulle elezioni abruzzesi. Nonché l’arrivo a Pescara ieri di mezzo governo per distribuire soldi e promesse.

D’Amico oltre che da M5S, Pd e Avs sarà sostenuto anche da Azione e Iv

A L’Aquila il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha promesso 60 milioni per “mettere a norma l’ospedale di Chieti”. Contemporaneamente Salvini prometteva un bonus pedaggi sulle autostrade A24/A25: sette anni senza pagare il biglietto. Basterà? Molti iniziano a credere di no. Intanto nei prossimi giorni Todde sarà in Abruzzo per fare campagna elettorale. Un dovere per colei che ha rotto il dogma dell’invincibilità di Giorgia. “Sia il Pd che il M5S e le forze politiche dell’alleanza mi hanno aiutato con generosità e quindi credo che vada ricambiata”, ha detto ieri la nuova presidente sarda.