Gioco al ribasso sui diritti gay. Il Pd tratta per non implodere. Pomo della discordia le adozioni della coppia

di Lapo Mazzei

Ecco, mancava giusto Roberto Saviano a completare il quadro delle polemiche sulle unioni civili che rischiano di spaccare in due il Partito democratico. Perché il tema della legge che regolamenta le coppie dello stesso sesso non è certo abbordabile come lo è stato quello della pseudo riforma del Senato. In quel caso Renzi poteva alzare i toni e ricattare, stavolta è costretto ad abbassare i decibel e trattare. A oltranza. Soprattutto sul capitolo delle adozioni. “Sulle stepchild adoption, per una volta, si decida di rispettare i diritti civili e si metta da parte il compromesso politico di bassa lega”, twitta Roberto Saviano, schierandosi dalla parte di chi sostiene il decreto Cirinnà. Un cinguettio che rende l’idea di qual è stato il clima della “bicameralina” del Pd dove ci sarebbe stata una “discussione accesa ma priva di tensioni”. In realtà la discussione sarebbe stata molto tesa e le tensioni sono destinate a salire.

L’unica indicazione positiva riguarda il fatto che da parte di tutti gli attori in campo, sostenitori della prima stesura del testo Cirinna’ e fautori dello “stralcio” della parte riguardante le stepchild adoption, sembra farsi largo la consapevolezza che sia ormai troppo tardi per pensare ad una riapertura della discussione che possa fare tornare il testo in Commissione al Senato. Quello che si può fare e che probabilmente si farà, riferisce una fonte dem, è mantenere il testo Cirinnà come cornice e arricchirlo con alcuni paletti nei passaggi più controversi. Stepchild adoption, appunto, e convivenze di fatto. Il primo nodo è anche, ovviamente, il più delicato e le opzioni in campo sono quattro, ma sembra tramontare l’idea di ricorrere al cosiddetto affido rafforzato: sarebbe uno strumento normativo dalla dubbia costituzionalità, è la spiegazione. Meglio sarebbe, aggiungono le stesse fonti, procedere per piccole correzioni: prevedere l’adozione solo per i figli nati prima della registrazione della coppia; prevedere l’adozione solo per i figli nati da precedenti relazioni; inserire il riferimento “ultroneo” alla legge quaranta e, quindi, il rifiuto del concetto di gestazione altrui o, altrimenti detto, “utero in affitto”; prevedere un periodo pre-adottivo di prova al termine del quale un giudice deciderà se la coppia presenta le condizioni per adottare definitivamente il minore. Ipotesi che possono essere inserite singolarmente o in combinato attraverso gli emendamenti che saranno presentati in Aula a Palazzo Madama e che, ne sono certi nel Pd, sortirebbero l’effetto di “fare approvare la legge con una vera e propria prova da Partito Democratico”, ovvero contemperare le richieste dei cattolici con quelle dei cosiddetti laici, arrivando a una sintesi “di civiltà”.

A surriscaldare ulteriormente il clima ci ha pensato ilsito Gay.it che pubblicato una vera e propria lista di proscrizione. “Mentre si discute una importante legge sulle unioni civili di cui il Paese ha bisogno, c’è chi diffonde in modo indegno notizie false e prive di fondamento. E’ il caso di Gay.it che arriva a proporre vere e proprie liste di proscrizione di quei senatori che, a loro dire non voterebbero la legge se non ci fosse lo stralcio della parte riguardante la stepchild adoption. Per quello che mi riguarda questa è una menzogna”, afferma il senatore del Pd, Nicola Latorre, “la legge sulle unioni civili è una priorità. E penso che sia giusto costruire intorno ad essa in Parlamento e nel Paese il necessario e più ampio consenso. Forse sarebbe il caso che Gay.it rispettasse di più il lavoro dei parlamentari e chiedesse scusa”.