Giorgetti si scorda il bonus Internet. Sprecati 93 milioni di incentivi. Il Fondo era stato stanziato dal governo Conte bis. Con l’arrivo dei Migliori quasi la metà è andata persa

Il Fondo era stato stanziato dal governo Conte bis. Con l’arrivo dei Migliori quasi la metà è andata persa.

Giorgetti si scorda il bonus Internet. Sprecati 93 milioni di incentivi. Il Fondo era stato stanziato dal governo Conte bis. Con l’arrivo dei Migliori quasi la metà è andata persa

Quasi 93 milioni di euro di incentivi fermi per una serie di ritardi e soprattutto per una scarsa promozione della misura. Un’iniziativa destinata alle famiglie più povere, che si è tramutata in un mezzo flop. Le ragioni sono varie: da un iter farraginoso passando per la caduta del Conte bis, fino alla scarsa spinta in termini di comunicazione del ministero dello Sviluppo economico, guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti.

Così il fondo per far acquistare agli italiani un abbonamento di connessione veloce è stato utilizzato per poco più della metà. Peraltro con pesanti differenze tra regioni: in Lombardia le risorse sono state sfruttate al 98%, mentre nel Molise non si arriva al 14% di soldi impiegati. “Complessivamente, in tutta Italia, sono stati attivati oltre 200mila voucher”, ha riferito la sottosegretaria del Mise, Anna Ascani. E in totale sono stati usati 107 milioni di euro sui 200 stanziati.

Ma di cosa si parla nello specifico? Nel maggio 2020 è stato approvato un piano di incentivazione alla domanda per la connessione veloce in favore di famiglie, imprese e scuole, in tutte le aree del Paese. Una parte del progetto prevedeva l’emissione di un voucher, per un massimo di 500 euro, da dare ai cittadini con un Isee inferiore a 20mila euro.

INCENTIVO DIMENTICATO. Una spinta per favorire la sottoscrizione di contratti per la connettività con banda ultralarga, o per l’acquisto di pc e tablet. Dopo aver ottenuto il via libera dall’Unione europea, la misura è diventata esecutiva il 9 novembre 2020. Ma tra Legge di Bilancio e crisi di governo, la partita è passata nelle mani dei nuovi vertici del Mise, che non hanno dato la giusta visibilità al progetto, “sprecando” di fatto un tesoretto di oltre 92 milioni e 800mila euro.

La finestra ora è chiusa: dal 9 novembre non è più possibile richiedere il bonus. La deputata del Movimento 5 Stelle, Mirella Liuzzi, ha chiesto delucidazioni al ministero di Giorgetti, attraverso un’interrogazione alla Camera, per sapere cosa intende fare con la dotazione rimanente. “La nostra richiesta è di usare le risorse sempre per le famiglie, ai cittadini. La pandemia ha dimostrato che c’è un grosso problema per la connessione degli italiani”, spiega Liuzzi a La Notizia.

In che modo? “O si lavora a una proroga dei termini per le richieste – aggiunge la deputata del M5S – magari sviluppando un’adeguata campagna di comunicazione, o si amplia la dotazione dell’incentivo per chi ha un Isee più alto”. Tra i tanti problemi, c’è stato anche quello di una scelta sbagliata di alcune Regioni. In Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Toscana, le giunte hanno deliberatamente sostenuto che la misura era applicabile solo ad utenze localizzate in alcuni comuni.

Per fare un esempio a Roma non era possibile accedere all’incentivo, per una decisione di Nicola Zingaretti. Si preferiva puntare su aree delimitate e meno popolose. Solo a marzo c’è stato un ravvedimento di quelle Regioni. Ma il danno ormai era fatto. Anche per questo motivo, dai dati ufficiali, emerge una forte disparità geografica sull’usto dei fondi per i voucher. La Liguria ha usato appena il 26% delle risorse, così come il Friuli Venezia Giulia che si ferma al 30%, la Toscana non raggiunge il 33%. Le note liete arrivano, invece, da Marche, con il 92% di fondi impiegati, e Piemonte (sopra l’89%).