Giorgetti contro il Superbonus, ma Lega e FI vogliono tenerlo

A parole la maggioranza attacca il Superbonus, ma in commissione presenta una pioggia di emendamenti per allargare le maglie.

Giorgetti contro il Superbonus, ma Lega e FI vogliono tenerlo

Da una parte il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che si dice pronto ad abbandonare la poltrona in caso di ripensamenti al decreto che blocca sconti in fattura, cessione dei crediti e lavori non avviati del Superbonus. E dall’altra la Lega, cioè il partito del ministro Giorgetti, che insieme a Forza Italia, Fdi e a tutte le opposizioni, presenta emendamenti per estendere a 10/15 anni, dagli attuali 4, la ripartizione delle detrazioni del Superbonus. È l’ultimo esempio di una maggioranza schizofrenica che sui giornali urla contro il provvedimento, ma in aula se lo tiene ben stretto. E anzi, chiede di allargare le maglie delle detrazioni.

“Se allargate le maglie del Superbonus, me ne vado”

L’ennesima manfrina era iniziata due giorni fa, quando Giorgetti, alla Camera, chiamata a dare l’ok al Def, aveva bollato il Superbonus come il “mostro che ha distrutto le condizioni della finanza pubblica”. E, non pago, aveva aggiunto: “Lassismo, sussidi e debito devono finire!”. Insomma, stop totale e niente più concessioni, prometteva. E così arriviamo a ieri, quando in commissione Finanze del Senato sono arrivati gli emendamenti. E la storia è un po’ cambiata…

Tutti vogliono spalmare le detrazioni in 10/15 anni

A chiedere di spalmare su 10 o 15 anni, dagli attuali 4, la ripartizione delle detrazioni del Superbonus sono state diverse proposte di FI, Lega, Pd, M5S, Avs e Iv. Tutte, con minime differenze, prevedono, per le spese sostenute nel 2023, la possibilità di ripartire la detrazione in “dieci quote annuali di pari importo”.

La pioggia di richieste dalla maggioranza per… allargare le maglie

Ma a chiedere di allargare quelle maglie che Giorgetti aveva promesso di tenere ben strette sono poi gli emendamenti di maggioranza e opposizione riguardanti le esenzioni per gli eventi sismici, per i quali sia stato dichiarato lo stato d’emergenza. In particolare, l’alluvione delle Marche del 2022, gli eventi che hanno colpito Emilia, Marche e Toscana nel 2022 e 2023, fino ai territori colpiti dal terremoto in Emilia Romagna nel 2012 o a Ischia nel 2017.

Memore della brutta figura rimediata pochi mesi fa, quando la maggioranza aveva tagliato le agevolazioni alle zone sinistrate, costringendo il governo a un umiliante voltafaccia, il centrodestra ieri ha chiesto di allargare la deroga prevista nel decreto anche agli immobili danneggiati di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria dagli eventi sismici del 6 aprile 2009 e 24 agosto 2016.

Una proposta bipartisan, con emendamenti identici presentati da Fi (Lotito) e Gruppi civici (De Poli) e dalle minoranze, estende la deroga anche agli immobili danneggiati da altri eventi sismici verificatisi dal primo aprile 2009 “per i quali sia stato dichiarato lo stato d’emergenza” e agli immobili danneggiati dagli eventi meteorologici verificatisi dal 15 settembre 2022, nelle Marche. Richieste alle quali Giorgetti dirà sì. E non se ne andrà.