Un palco perfetto. Un pubblico perfetto. Un ambiente perfetto. Ha scelto la “perfezione” del Meeting ciellino di Rimini la premier Giorgia Meloni per raccontare la “sua” Italia. Non quella reale, ma quella della sua narrazione personale. Raccogliendo minuti di standing ovation del popolo di Comunione e liberazione (che si spellava le mani anche per il condannato Roberto Formigoni).
Le riforme si faranno, dice Meloni
In 46 minuti di discorso, Meloni ha promesso mari e monti, comprese le sue grandi riforme (ora bloccate) “a partire da quella del premierato”, fondamentale per garantire “stabilità” al Paese. A seguire, come un pranzo nuziale, arriveranno anche l’autonomia differenziata (quel poco che ne resta), quella per i poteri di Roma Capitale e quella della giustizia (leggi accanto).
Mai più Reddito di Cittadinanza
Ma è sul lato economico che Giorgia ha calcato la mano, promettendo di “concentrare l’attenzione sul ceto medio”. Con una precisazione: non daranno mai sussidi come il Reddito di cittadinanza a chi ne ha bisogno, perché “deresponsabilizzano le società, atrofizzano le persone”. “Per troppo tempo chi ha governato ha confuso il diritto al lavoro con il diritto a un reddito”, ha spiegato, “rifugiandosi nell’assistenzialismo pur di non esercitare il faticoso dovere in capo allo Stato cioè il compito di creare le condizioni perché il diritto al lavoro sia garantito”. Quindi chi è povero, se la cavi.
E Meloni si autoincensa per la politica internazionale
Sul fronte internazionale ha fortemente lodato… se stessa per aver riportato l’Italia “al posto che le spetta nel mondo: forte, fiera schietta, leale, in una parola autorevole” e per il ruolo attivo avuto nei negoziati per l’Ucraina (“La proposta italiana basata su un meccanismo ispirato all’articolo 5 della Nato è attualmente la principale sul tavolo”, “un possibile contributo alla pace che la nostra Nazione ha fornito e penso che dobbiamo esserne fieri”).
Parla di Gaza ma non nomina Netanyahu
Costretta dalle circostanze, ha dovuto anche parlare di Gaza, ma senza prendere posizione. Tante parole, ma guardandosi bene dall’usare termini come “genicidio”, “stragi” o nomi, a partire da quello di Benjamin Netanyahu. “Non abbiamo esitato un minuto a sostenere il diritto alla difesa di Israele dopo il 7 ottobre. Ma non possiamo tacere ora dopo che la reazione è andata oltre il principio di proporzionalità, mietendo vittime innocenti e coinvolgendo anche le comunità cristiane che sono da sempre un fattore di equilibrio nella regione. Si sta mettendo a rischio la prospettiva della soluzione dei Due Stati. Condanniamo l’inaccettabile uccisione dei civili, un attacco alla libertà di stampa”. Parole, senza fatti né decisioni reali.
Gran finale col Piano casa per i giovani
Infine la premier si è ricordata che era davanti al popolo di Cl, quello che si sposa presto, fa figli e quindi ecco l’annuncio di un maxi-Piano casa a prezzi calmierati per giovani coppie. “Una delle priorità con cui intendiamo lavorare con Matteo Salvini che ringrazio è un grande piano casa a prezzi calmierati per le giovani coppie perché senza una casa è più difficile costruirsi una famiglia”. “Faremo tutto il necessario a ricostruire una società amica della famiglia e della natalità, nella quale la genitorialità sia protetta e sostenuta”, ha detto, tra gli applausi scroscianti (del resto il clame del Meeting quest’anno era “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”…). Quindi il saluto e via, a San Patrignano.
Matteo fa il piazzista di sé stesso
Ma ieri era anche la giornata di Salvini, che ha parlato dopo la premier (un’agenda che ha parecchio infastidito la premier). I due avrebbero dovuto vedersi, confrontarsi, ma il faccia a faccia è saltato. Ufficialmente per agende incompatibili. In realtà perché di fronti aperti tra i due sono enormi (regionali, Macron, poltrona della Sanità…). Si sono solo “salutati al telefono”, fanno sapere dal Carroccio.
Ponte, rottamazione e Irpef giù
Lui, Matteo, ha fatto il suo solito show, già in piena campagna elettorale, a partire dal suo Ponte sullo Stretto, che “questa volta si farà”, promette. In mezzo ci ha infilato l’immancabile “rottamazione delle cartelle esattoriali” nella prossima finanziaria; la revisione del “calcolo Isee a vantaggio delle famiglie” e le rassicurazioni sul Piano casa (non poteva lasciare tutto il merito a Giorgia), che sarà “sicuro e concreto”. E dà anche i numeri: “Per il piano casa 660 mln. A giugno 2026 restituiremo 150mila alloggi popolari ristrutturati”, promette!
Ha anche trovato il tempo di parlare del piccolo incidente diplomatico causato con la Francia e il presidente Emmanuel Macron: “Dire a una persona che reiteratamente dice che siamo pronti a combattere, mentre io non ho intenzione, “se vuoi ci vai tu”, non è un insulto ma un ragionamento. Poi magari gli hanno tradotto male ‘attaccati al tram’, ma è un modo simpatico per dire ‘avviati tu'”, ha spiegato. Un modo che il capo dell’Eliseo non ha trovato in molti modi, ma sicuramente non “simpatico”, evidentemente…