La mossa del centrodestra di presentare due risoluzioni su Gaza non ha cambiato di molto l’atteggiamento delle opposizioni che hanno fatto cadere nel vuoto l’appello di Giorgia Meloni a votare in maniera compatta sul Medioriente, dopo le comunicazioni di Antonio Tajani in Parlamento.
Le due risoluzioni del centrodestra su Gaza
Il primo documento delle destre rilanciava soprattutto il riconoscimento dello Stato palestinese “a condizione che Hamas liberi tutti gli ostaggi e rinunci a ogni presenza politica e militare a Gaza e in Cisgiordania”. E poi l’invito, ammorbidito dietro le pressioni della Lega, a valutare in Europa eventuali sanzioni a Israele senza misure generalizzate ai danni della popolazione israeliana, che comprende diversi milioni di arabi e drusi.
Tale risoluzione è stata approvata in Parlamento con i soli voti degli alleati di governo, la contrarietà di Pd-M5s-Avs, di Iv e Più Europa e l’astensione di Azione.
Il secondo documento delle destre puntava invece ad un sostegno pieno all’iniziativa di pace messa in campo dagli Usa. è stato firmato da Azione ed è passato dunque con i voti della maggioranza, dei calendiani e anche di Iv e più Europa, astenuti Pd-M5s-Avs.
Bocciato il testo di Pd-M5S-Avs, promossi quelli di Iv e Più Europa
La risoluzione di Pd-M5s-Avs sul riconoscimento (senza condizioni) dello Stato di Palestina è stata bocciata invece dalla maggioranza, ma oltre al sì dei gruppi che l’hanno presentata ha incassato i voti a favore di Più Europa e Iv; Azione si è astenuta. La risoluzione di Iv, che ha perorato oltre al sostegno al piano Trump anche la soluzione ‘due popoli e due stati’, è passata invece con i voti della maggioranza e di Più Europa e l’astensione di Azione, M5s, Avs e Pd, fatta eccezione per alcuni dem.
È passata anche la risoluzione di Più Europa, simile a quella di Iv, dopo il parere favorevole del governo ad eccezione delle premesse e di un punto.
Alcuni dem votano a favore del documento dei renziani e di Più Europa
I dem che hanno votato a favore dei testi dei renziani e di Più Europa, a differenza del resto del gruppo che si è invece astenuto, sono stati Lorenzo Guerini, Marianna Madia, Lia Quartapelle e Virginio Merola. Stessa posizione per Bruno Tabacci. Tabacci in realtà ha votato a favore solo di quella di Più Europa.
Ma sulla frangia riformista del Pd ci ritorneremo. A dominare il dibattito nelle aule delle Camere è stata l’eco delle parole pronunciate da Meloni sulla Flotilla e sugli scioperi indetti per oggi da Cgil e sindacati di base.
L’affondo di Conte e di Schlein su Meloni
I leader di Pd, Elly Schlein, e del M5S, Giuseppe Conte, hanno rispedito l’invito all’unità di Meloni. Tra gli interventi più duri quello di Conte che ha bollato come “disonorevole e sconcia” la politica estera del governo, subalterna a Trump e per questo ondivaga. Ma, soprattutto, il leader M5s è tornato ad accusare la premier e il suo esecutivo, “imbelle e codardo”, di essere rimasti “indifferenti” di fronte al genocidio a Gaza.
E rivolgendosi a Meloni ha detto: “E’ aggressiva perché non può sopportare che dei semplici cittadini, indignati di fronte a tanto orrore, hanno preso coraggio e con la loro dignità hanno detto basta”. Dunque, Conte ha rispedito al mittente l’appello all’unità, “suona ridicolo. Ma a quale unità vi appellate? Possiamo condividere il vostro operato che ci espone alla vergogna storica?”.
Duro anche l’affondo della segretaria del Pd: “Giù le mani dal diritto di sciopero. L’Italia è migliore di chi la governa in questo momento”, ha attaccato Schlein, che ha incalzato: “Presidente Meloni, molli la clava e provi a fare la Presidente del Consiglio di questo Paese”. Quanto all’appello all’unità, “con quale ipocrisia venite qui a fare finti appelli mentre Meloni ci accusa di essere contro la pace? Dove si parla di pace noi ci siamo e ci siamo sempre stati. Voi per parlare di pace avete aspettato il permesso di Trump”. Insomma, per Schlein “lo Stato di Palestina si riconosce o non si riconosce. Non esiste un riconoscimento condizionato”.
Infine Nicola Fratoianni: “La presidente del Consiglio ha ricominciato ad attaccare a mani basse le opposizioni, le studentesse e gli studenti, la società civile, tutti quelli che hanno cercato con dignità e con disciplina e onore di disobbedire al silenzio, all’ignavia e al rischio di abituarsi all’orrore. Meloni ha rivelato la natura strumentale del suo appello”.
Il dem Guerini è soddisfatto
E torniamo sui riformisti dem. Guerini non solo ha votato a favore delle risoluzioni di Iv e Più Europa ma ha anche rivendicato di aver portato il suo partito ad astenersi sul piano Usa. “In un passaggio molto complicato – ha detto – aver ottenuto, e io ho lavorato per quello, che ci fosse un’astensione da parte nostra delle opposizioni nei confronti della proposta della maggioranza sul punto del piano di pace credo che sia stato un passo in avanti importante”.