Giuseppe Conte conferma la chiusura al Pd: ”Ha scelto l’Agenda Draghi, dialogo impossibile. In futuro si vedrà, ma saremo intransigenti”

Conte conferma la chiusura al Pd: ”Ha scelto l’Agenda Draghi, dialogo impossibile. In futuro si vedrà, ma saremo intransigenti”

Giuseppe Conte ribadisce che con questo Pd non c’è margine di trattativa e subito i giornaloni fanno a gara a travisare le sue parole.

Parlando (e titolando) di fantomatiche aperture dei Cinque Stelle al Partito democratico. Così l’ex premier è stato costretto ad intervenire per precisare e ribadire il suo pensiero.

Che in verità era già parso chiaro dopo la sua intervista a Lucia Annunziata, ospite di Mezz’ora in più.

Conte costretto a precisare: parole travisate

“Mi spiace deludere qualche titolista, qualche giornale, ma penso che il mio pensiero sia stato forzato e travisato. Oggi ho dichiarato che mi auguro di governare da solo ma che so anche quanto sia improbabile poter avere un Governo con una sola forza politica. A proposito del dialogo con altre forze politiche come il Pd, a precisa domanda ho risposto che le delusioni che abbiamo incassato ci porteranno ad essere molto più prudenti e intransigenti sul rispetto delle nostre condizioni e dei nostri valori”, ha scritto Conte su Facebook.

”L’esperienza maturata deve farci ancor più riflettere – ha aggiunto –. Mi sembra evidente, peraltro, che ad oggi il Pd abbia preso un’altra strada rispetto alla nostra e alle priorità di Governo che abbiamo condiviso nel Conte 2. Nelle condizioni attuali con i vertici nazionali del Pd folgorati dell’agenda Draghi non potremmo nemmeno sederci al tavolo. E noi i nostri valori, le nostre battaglie non li svendiamo – ha concluso –. Lo abbiamo già dimostrato senza paura di pagarne il prezzo”.

Corsa a travisare le parole di Conte

Fin qui la precisazione del leader M5S. Ma che aveva detto qualche ora prima alla Annunziata? Più o meno le stesse cose. Collaborare, un domani, di nuovo col Pd in un governo?, gli aveva chiesto la conduttrice.

“Nella prospettiva ci può stare di lavorare con altre forze politiche. Le delusioni provate ci rendono ancora più prudenti e intransigenti, se ci siederemo a un tavolo avremo condizioni ancora più chiare del passato”, aveva risposto Conte.

Che alla domanda se si possa immaginare in futuro con il Movimento 5 Stelle di nuovo alleato con il Pd aveva dato una risposta ovvia: “In politica pensare di governare da soli è un’ambizione e molto elevata. Stiamo risalendo nei sondaggi ma realizzare un monocolore M5s è improbabile”.

Né erano mancati nuovi affondi proprio contro il Pd da parte di Conte che ha definito il Movimento “molto più progressista del Pd”, dal momento che “i nostri pilastri sono chiari, sono principi non negoziabili. L’esperienza di questo ultimo governo ha dimostrato che non siamo una forza come le altre”.

I 5 Stelle forza politica scomoda

Quanto infine alla polemica sul confronto tv del 22 settembre tra Letta e Meloni, Conte ha tagliato corto: “È chiaro che siamo una forza politica scomoda, lo siamo sempre stati anche quando io non c’ero. Con me continua ad essere una forza politica scomoda e continuerà ad esserlo”.

Come dimostra, secondo il leader dei 5 Stelle, anche il mancato invito al Meeting di Rimini: “Non siamo potenti e non siamo accreditati per partecipare a un incontro dove sono stati invitati tutti i leader – ha concluso Conte -. Esiste una conventio ad excludendum, ce ne faremo una ragione”.

Insomma, dai media tanto rumore per nulla. I 5 Stelle sono quelli di sempre. A differenza di un Pd sempre più sbilanciato al Centro. Per non dire a destra