Gli aiuti dell’Ue serviranno per le infrastrutture e non per ridurre le tasse. Conte: “Superata l’emergenza occorre guardare al futuro. Anche con una serie di riforme”

Gli aiuti che ci arriveranno dall’Europa non saranno utilizzati per ridurre le tasse, ma per rimuovere i nodi infrastrutturali che hanno strozzato la nostra crescita negli ultimi 20 anni. E’ quanto ha assicurato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ieri, parlando alla platea del Forum Ambrosetti di Cernobbio. Superata l’emergenza sanitaria – “non ci sarà più un lockdown generalizzato come nei mesi scorsi” ha sottolineato il premier -, occorre guardare al futuro anche con una serie di riforme.

Dallo sgravio contributivo del 30% per tutti i lavoratori del Mezzogiorno – “non è una misura agostana, ma una misura strutturale su un arco decennale”, ha spiegato – alla riforma degli ammortizzatori sociali, fino a una riforma del fisco e all’aggiornamento del Decreto Semplificazioni. “I dati economici disponibili ci restituiscono il quadro di un Paese che, seppur attraversato dalla recessione, si è dimostrato nel complesso resiliente e tenace. E’ chiaro che attraverseremo una fase ancora molto dura, ma già l’Istat certifica una caduta del Pil inferiore alla media europea”, ha spiegato il presidente del Consiglio.

“L’Italia ha perso il 17,7% del Pil rispetto a giugno dello scorso anno, ma la Francia il 18,9% e la Spagna il 22,1 e il Regno Unito il 21,7%. Si intravedono dei segnali di fiducia, anche se – ha aggiunto Conte – vanno letti prudentemente perché la congiuntura economica presenta un quadro complesso e incerto”. Secondo il presidente del Consiglio “è il momento di agire consapevole dei nostri punti di forza e di tornare a crescere utilizzando tutte le energie di cui il Paese dispone. Abbiamo energie non messe a frutto e oggi c’è un’occasione storica, come l’utilizzo dei fondi europei”.

In particolare, a proposto del Recovery Fund, Conte ha espressamente detto di non pensare di chiedere le risorse europee per abbassare le tasse. “Ci occorreranno queste risorse per realizzare tutti quei i progetti e quelle iniziative che nel loro complesso andranno a definire un disegno coerente, coordinato destinato a rimanere in eredita’ alle generazioni future”, ha aggiunto.

“Siamo chiamati a esprimere un progetto di ripresa del Paese – ha detto ancora Conte – ben connotato sul piano politico, sociale, economico e culturale. Oltre il 35% delle risorse disponibile sarà allocato per investimenti green. Intendiamo dedicare un’attenzione prioritaria alla digitalizzazione della pubblica amministrazione e vogliamo anche favorire la riqualificazione delle competenze dei lavoratori, ma anche rilanciare filiere innovative, rafforzare le infrastrutture di mobilità e rafforzare la formazione di ogni ordine e grado”.

Infine, a proposito della creazione della rete unica, il premier ha spiegato che “il lockdown ha confermato la centralità della connessione in moltissime attività. Non possiamo perdere l’opportunità del piano di ripresa e resilienza per sostenere la nascita della rete unica in fibra ottica, un’infrastruttura fondamentale per il Paese che il governo intende promuovere, rispetto al quale è stato posto un importante passo avanti significativo che si aspettava da 14 anni, con la lettera d’intenti siglata da Tim e Cdp. Si tratta di un percorso molto articolato – ha aggiunto -, ma confidiamo che possa completarsi molto presto. Siamo per un’infrastruttura inclusiva, aperta a tutti i possibili stakeholder possibili”.

Parlando dell’emergenza Coronavirus, Conte ha aggiunto: “Ne siamo usciti secondo un metodo, non fidandosi all’improvvisazione, ma grazie a principi di precauzione e interventi adeguati e proporzionali. Ma ne siamo usciti soprattutto grazie ai cittadini, e non è piaggeria. L’Italia si è dimostrata molto disciplinata. Gli italiani sono stati disposti a seguire le regole che abbiamo imposto”.