Gli Esteri dispensano onorificenze. Pure al generale degli Emirati. Conferita ad Al-Raisi la prestigiosa “Stella d’Italia”. Fa niente se il Paese arabo sta massacrando lo Yemen

L’ordine è quello della “Stella d’Italia”. E ora tra coloro che hanno ricevuto nel corso degli anni la prestigiosa onorificenza si contano altre 148 personalità di livello mondiale. Un riconoscimento del nostro Paese a quanti “abbiano acquisito particolari benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e di collaborazione tra l’Italia e gli altri Paesi e nella promozione dei legami con l’Italia”. Così c’è scritto sul sito istituzionale che spiega per quale ragione venga concesso tale riconoscimento e spiega anche la suddivisione dell’Ordine in vari livelli (Cavaliere, Ufficiale, Commendatore, Grande Ufficiale, Cavaliere di Gran Croce).

Il 6 febbraio scorso in Gazzetta Ufficiale sono stati pubblicati 5 distinti decreti tramite i quali sono state conferite le nuove 148 onorificenze. Non è un caso che nel lungo elenco ci siano nomi importanti del panorama sociale, scientifico, accademico, imprenditoriale e artistico. Tra i premiati, ad esempio, spicca John Turturro, noto attore italo-americano, diventato Commendatore. O, ancora, il magnate russo (e filantropo) Andrey Melnichenko. Grande Ufficiale è invece diventato Gilles Tonelli, ex ministro monegasco. Cavalieri di Gran Croce sono invece stati nominati l’ambasciatore italo-statunitense Carlo Guariglia, e Nicola Renzi, attualmente Segretario di Stato della Repubblica di San Marino.

Alti profili, dunque. Di specchiate personalità. Ed è per questo che un nome su tutti lascia quantomeno scettici: ad essere stato premiato (col titolo di Commendatore) c’è anche il generale maggiore Ahmed Nasser Al-Raisi. Di chi stiamo parlando? Dell’attuale ispettore generale del ministero degli Interni degli Emirati Arabi Uniti. Basta leggere il suo curriculum per notare come Al-Raisi abbia avuto sempre un ruolo di primo piano all’interno della polizia emira. Sul sito dell’American University of Emirates, non a caso, si legge che Al-Raisi, prima di intraprendere il ruolo governativo nel 2015, ha lasciato un “segno indelebile sulla Polizia di Abu Dhabi”.

Parliamo, cioè, di quello stesso Paese arabo impegnato da ormai tre anni in una guerra criminale in Yemen, condannata da tutte le associazioni pacifiste e dall’Onu in primis. Ed è quantomeno curioso sottolineare che il Movimento cinque stelle, ai tempi dell’opposizione, insistesse sullo stop alla vendita d’armi alla coalizione araba, cosa che invece – almeno finora – non è mai avvenuta.

La domanda, a questo punto, è d’obbligo: chi assegna tale riconoscimento? Presto detto: l’onorificenza è concessa dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma su proposta del ministro degli Affari Esteri. Come ci confermano dal Quirinale, infatti, è il dicastero guidato da Enzo Moavero Milanesi a seguire la pratica, stabilire le personalità da premiare e, dunque, a seguire tutta l’istruttoria. Per carità: Al-Raisi sarà una personalità di spicco, ma resta una questione grossa come un macigno che, a quanto pare, non è pesata nell’esame della Farnesina: nessuno ha pensato che probabilmente concedere un riconoscimento come la “Stella d’Italia” ad Al-Raisi, potesse essere perlomeno sconveniente siccome parliamo di un Paese impegnato in una guerra che, tra le altre cose, ha comportato la morte di 85mila bambini, uccisi dalla guerra o dalla fame. Abbiamo ovviamente rivolto alcune domande alla Farnesina. Che si è limitata a farci sapere che il riconoscimento va a chi si impegna nei rapporti con l’Italia nel suo campo. Il resto, a quanto pare, conta poco.