Gli italiani tirano la cinghia mentre il governo pensa alle poltrone

Gli italiani costretti a tirare la cinghia mentre il governo di Giorgia Meloni pensa soltanto alle poltrone

Gli italiani tirano la cinghia mentre il governo pensa alle poltrone

Che lo spoils system, in virtù del quale gli alti dirigenti della pubblica amministrazione vengono sostituiti con il cambiare dei governi, sia una prassi politica a cui non si è sottratto praticamente mai nessun esecutivo tanto di destra quanto di sinistra, è un dato di fatto. Ma l’aggressività e la fame di poltrone che sta dimostrando Giorgia Meloni sono un unicum che va ben oltre anche a quanto fece Silvio Berlusconi. Di inaudita violenza è stata la manovra con cui il governo ha deciso di mettere le mani su Inps, Inail e Rai.

Il blitz

Con un decreto legge, di cui non si ravvedono i requisiti di necessità e urgenza, e con la scusa di dover procedere alla riforma della governance di Inps e Inail, Meloni ha commissariato i due enti pubblici, rimuovendo così gli attuali vertici, ovvero Pasquale Tridico e Franco Bettoni. E ha approvato la norma che le consentirà di nominare un nuovo amministratore delegato alla Rai, perché si libererà da giugno la presidenza del San Carlo di Napoli. Poltrona destinata, come risarcimento, a Carlo Fuortes che – nominato a suo tempo da Mario Draghi – viene invitato a lasciare la guida di viale Mazzini.

Ovvero Meloni ha inanellato con un blitz una serie di norme ad personam e contra personam. Chiaro l’intento punitivo nei confronti di Tridico. L’economista messo alla guida dell’istituto previdenziale dal governo Conte era stato protagonista della legge sul Reddito di cittadinanza e del decreto Dignità, a sostegno dei poveri e contro il proliferare dei contratti precari. Due misure entrambe dei Cinque Stelle che Meloni ha deciso di smantellare.

“È una decisione immotivata, indegna, incomprensibile sul piano istituzionale e gestionale. Pura aggressività politica che reca danno anche alla credibilità delle istituzioni. Nei miei confronti il commissariamento è una cosa infame. I commissariamenti si fanno per malaffare o per dissesti finanziari, o per cambiare una governance perché inefficiente, non quando le cose vanno bene”, ha dichiarato amaro Tridico.

Per lui parlano i risultati. L’Inps sotto la sua guida ha assunto 12mila nuove risorse in quattro anni, ha stabilizzato oltre tremila precari dei call center che in precedenza erano stati esternalizzati, ha raggiunto già il 75% degli obiettivi del Pnrr e chiuso in avanzo di due miliardi l’ultimo bilancio consuntivo. Il leader del M5S, Giuseppe Conte, parla di “iniziativa del governo gravissima, senza alcun fondamento: si vanno a commissariare enti pubblici nevralgici per il Paese senza uno straccio di motivazione. Questo può accadere quando c’è stata una cattiva amministrazione, ma non quando hanno avuto delle performance in un periodo di emergenza così importante”, come durante la pandemia.

Durante l’emergenza Covid, infatti, l’Inps ha erogato 60 miliardi di euro di sussidi e prestazioni a 16 milioni di cittadini in più rispetto alla norma. Sul piede di guerra anche i sindacati. La Cgil definisce “grave e pericoloso” il commissariamento di Inps e Inail e parla di “ennesimo atto unilaterale con cui il Governo punta al controllo politico dei due enti”. Duro il Pd.

“C’è un governo che si spartisce il potere a colpi di decreto, calpestando regole e buon senso. Non siamo di fronte a semplici operazioni di spoils system o a mere lottizzazioni ma ad una occupazione del potere arrogante e pericolosa”, ha dichiarato il dem Francesco Boccia. Contro la leggina che dà il via libera all’occupazione di viale Mazzini prendono posizione Usigrai e Federazione nazionale della stampa: “Un dl per occupare la Rai è un atto di protervia istituzionale senza precedenti”.