Gli Usa sono stanchi di importare mafie

dalla Redazione

Gli Usa non vogliono più importare mafie. E provano a dare un colpo mortale al collegamento diretto con l’Italia. Per questo centinaia di uomini della Polizia e dell’Fbi stanno eseguendo in diverse regioni italiane e negli Stati Uniti una serie di arresti e fermi nei confronti di soggetti legati alla ‘ndrangheta e a famiglie mafiose americane responsabili, secondo le accuse, di un traffico internazionale di droga. In azione agenti della Polizia di Stato – Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine e Squadra Mobile di Reggio Calabria. L`operazione vede il coinvolgimento di agenti del Federal Bureau of Investigation di New York. Stanno operando squadre investigative miste sui rispettivi versanti. Gli agenti stanno eseguendo 18 provvedimenti di fermo. Altri 8 provvedimenti sono in via di esecuzione a New York, dove sta operando congiuntamente un “team” operativo della Polizia italiana e dell`Fbi. Gli indagati sono una quarantina.

Gli arresti e i fermi sono stati eseguiti nelle province di Reggio Calabria, Napoli, Caserta, Torino, Benevento, Catanzaro e a New York negli Stati Uniti. L’inchiesta, denominata ‘New Bridge’ e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Reggio Calabria, avrebbe consentito di scoprire e disarticolare un’organizzazione che facapo alle ‘ndrine della Ionica calabrese e che operava fra Italia, Stati Uniti, Canada, Centro e Sud America, in stretto contatto con famiglie mafiose americane e narcos sudamericani. Le accuse, ipotizzate a vario titolo nei confronti dei presunti appartenenti all’organizzazione, vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso all’associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, dallo spaccio al riciclaggio e altri reati.

Alcuni degli arrestati a New York dalla Polizia e dall’Fbi avevano legami con la storica famiglia mafiosa dei Gambino. Tra i fermati in Italia vi sarebbero, invece, anche soggetti legati alle famiglie Ursino e Simonetta, capi di una potente ‘ndrina della ionica calabrese, in stretto contatto con i soggetti bloccati negli Usa. L’indagine che ha portato al blitz di oggi nasce due anni fa grazie alla collaborazione tra la polizia italiana e le autorità americane, resa possibile dal protocollo tra Italia e Stati Uniti in base al quale è previsto lo scambio di investigatori esperti nella lotta alle organizzazioni mafiose. Secondo gli inquirenti, l’organizzazione puntava all’apertura di un nuovo canale per il traffico di droga e il riciclaggio.