Governo in caduta libera

di Alessandro Ciancio

Appena tre italiani su dieci promuovono oggi l’operato del Governo. E soltanto sei dei venti ministri risultano noti alla maggioranza assoluta dei cittadini. Sono i dati principali che emergono dall’indagine che l’Istituto Demopolis ha condotto per il settimanale l’Espresso. E anche se in questo Paese i sondaggisti non si sono quasi mai ricoperti di gloria, il quadro che viene delineato va comunque sottolineato in quanto conferma una tendenza chiarissima di disaffezione dell’elettorato nei confronti di un esecutivo che fino all’altro ieri veniva percepito come utile a evitare pericolosi salti elettorali nel buio. L’unica nota positiva per palazzo Chigi è la sostanziale tenuta del giudizio positivo nei confronti del presidente del Consiglio Enrico Letta, visto che il 42% degli italiani continua a esprimergli la propria fiducia personale. Le note dolenti arrivano non appena si passa in rassegna la squadra di governo, il cui operato viene sonoramente bocciato. Soltanto sei dei venti ministri (Alfano, Bonino, Cancellieri, Franceschini, Lupi e De Girolamo) risultano noti ad almeno un italiano su due mentre dopo oltre otto mesi di attività la maggioranza assoluta degli italiani non ha sentito parlare degli altri 14 membri dell’esecutivo. In testa alla graduatoria di apprezzamento personale si pone il ministro degli Esteri Emma Bonino, che col 43% gode da sempre un sostengo politicamente trasversale. Al secondo e al terzo posto si collocano Graziano Delrio (Affari Regionali) col 38% e Maria Chiara Carrozza (Istruzione) col 32%. A ruota il vicepremier e ministro degli Interni Angelino Alfano con il 31%. La perdurante emergenza economica ed occupazionale contribuisce a penalizzare, nella valutazione degli italiani, i titolari dei dicasteri che si occupano di Economia e Lavoro: Fabrizio Saccomanni ed Enrico Giovannini. I ministri Anna Maria Cancellieri (Giustizia) e Nunzia De Girolamo (Politiche Agricole) vedono invece crollare di quasi venti punti il consenso di cui godevano nell’opinione pubblica appena sei mesi fa.
«Sul clima complessivo di sfiducia – spiega il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – incide lo scarso ottimismo degli italiani sulle prospettive di ripresa del Paese. L’indagine si inserisce in un contesto complessivo di crisi di credibilità dei partiti e dei principali attori della democrazia rappresentativa».