Governo in ritardo sul Pnrr, Giorgetti mette le mani avanti

Per il ministro dell'Economia Giorgetti le risorse del Pnrr ci sono e sono ingenti ma "la difficoltà è metterle a terra".

Governo in ritardo sul Pnrr, Giorgetti mette le mani avanti

“Le risorse ci sono e sono ingenti, il progetto è ambiziosissimo e la difficoltà è metterle a terra”. È quanto ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, parlando del Pnrr in occasione dell’evento Telefisco del Sole 24 Ore.

Per il ministro dell’Economia Giorgetti le risorse del Pnrr ci sono e sono ingenti ma “la difficoltà è metterle a terra”

“Questa sfida – ha detto ancora l’esponente dell’Esecutivo riferendosi ai fondi del Pnrr – per promuovere la crescita sulla base infrastrutturale, sia materiale che immateriale, è decisiva ma senza uno snellimento delle procedure e una flessibilità anche a livello europeo, diventa difficile e problematica”.

“In Ue – ha aggiunto il ministro dell’Economia – c’è un grande dibattito che culminerà nel Consiglio europeo di inizio febbraio, in questa discussione probabilmente si discuterà di aggiornare gli strumenti con cui l’Ue si deve rendere più efficiente per dare delle risposte alla ripresa”.

“Penso che in termini strategici la massa del debito si può affrontare promuovendo la crescita – sottolinea ancora l’esponente dell’Esecutivo -, mettendo a frutto anche le risorse e le disponibilità che abbiamo liberando le energie positive imprenditoriali. Promuovere la crescita è la via maestra per ridurre il debito”.

Giorgetti ha affrontato anche il tema delle plusvalenze: “Abbiamo assistito al dibattito pubblico in cui si dà per scontato che ci sia un ricorso sistematico alle plusvalenze fittizie, se lo Stato è una istituzione seria vuole capire cosa significa questo fittizio. Qui al Mef stiamo riflettendo se la normativa fiscale fotografa in modo coerente e corretto questo fenomeno, non escludo anche novità”.

La norma, sempre secondo Giorgetti, “potrebbe cambiare, abbiamo avviato un’analisi rispetto a un fenomeno che tutti quanto dicono avvenga, se così è non credo che lo Stato possa riconoscere l’esistenza di plusvalenze fittizie”.

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