Governo Meloni, la premier in pectore non fa sconti agli alleati

La premier in pectore Giorgia Meloni rigetta tutte le richieste. E punta a chiudere la lista dei ministri entro domani.

Alzi la mano chi si aspettava tante fibrillazioni per comporre la squadra di Governo dopo la schiacciante vittoria alle scorse elezioni. Eppure è proprio quello che è accaduto nelle ultime settimane dove una volta Matteo Salvini e l’altra Silvio Berlusconi hanno fatto a gara a creare turbolenze e imbarazzi per Giorgia Meloni.

Giorgia Meloni ha fatto capire che sul Governo la partita è chiusa e che non c’è spazio per una trattativa

Ma con l’avvicinarsi delle consultazioni al Quirinale, le quali inizieranno oggi e dovrebbero essere piuttosto rapide, la premier in pectore ha lavorato sotto traccia per ricucire gli ultimi strappi che hanno interessato soprattutto il Cavaliere, il quale non ha digerito i veti su Licia Ronzulli nella squadra di Governo e quello sull’assegnare a un forzista il ministero della Giustizia, ma anche il Capitano che anche in queste ore convulse sarebbe tornato alla carica per ottenere il Viminale e l’Agricoltura.

La premier in pectore rigetta tutte punta a chiudere la lista dei ministri entro domani

Peccato che Giorgia ha fatto capire, letteralmente in ogni modo possibile, che la partita è chiusa e che non c’è spazio per una trattativa visto che ha le idee piuttosto chiare su chi dovrà comporre il prossimo Esecutivo. Del resto, ben consapevole che a dettare i tempi in questa fase è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la Meloni spera di chiudere la partita entro il fine settimana quando potrebbe esserci il giuramento per poi chiedere la fiducia alle Camere già martedì.

Così ieri è stata una giornata frenetica in cui il primo step per riportare la calma nella coalizione è stato quello di chiudere la partita per la Giustizia. Qui è stato ribadito il No a Maria Elisabetta Alberti Casellati e così il Cavaliere non ha potuto far altro che incontrarsi, dopo giorni di tentennamenti, con il guardasigilli designato dalla Meloni, ossia l’ex pm Carlo Nordio.

L’occasione è stato l’incontro a Villa Grande in cui l’ex premier si è confrontato con il magistrato in un incontro “cordiale” al termine del quale Nordio si è detto pronto a fare il ministro della Giustizia, rivelando che la discussione è stata incentrata sui timori del Cavaliere per le lungaggini dei processi e sulle reciproche intenzioni di porvi rimedio.

Sempre restando sui guai di Forza Italia, malgrado le parole del leader degli azzurri sul suo legame con Vladimir Putin, non ci dovrebbero essere ripercussioni su Antonio Tajani che sarà vicepremier e ministro degli Esteri. Anche la Casellati sembra destinata ad avere un ruolo nella squadra, finendo probabilmente alla Pubblica amministrazione o alle Riforme, esattamente come dovrebbe esserci anche Gilberto Pichetto Fratin che dovrebbe occupare la casella della Transizione ecologica.

Sempre tra gli azzurri si parla con insistenza di Anna Maria Bernini all’Università o in alternativa la deputata azzurra e docente di medicina, Gloria Saccani Jotti. L’altra pratica regolata, seppur indirettamente, dalla Meloni è stata quella che ha riguardato la Lega. Qui Salvini si è dovuto arrendere davanti all’ennesimo No a un suo incarico al Viminale, dove andrà il suo ex capo gabinetto Matteo Piantedosi, e al fatto che il Carroccio non avrà in dote l’Agricoltura – dove sperava di far accasare Gian Marco Centinaio che invece è stato destinato alla vicepresidenza del Senato – che dovrebbe finire a un meloniano, probabilmente a Luca Di Carlo.

Così il Capitano dovrebbe ottenere l’incarico di vicepremier e anche quello di ministro delle Infrastrutture. Confermato al Tesoro Giancarlo Giorgetti anche perché i tecnici fin qui sondaggiati, a partire da Fabio Panetta della Bce, hanno tutti risposto picche. Sempre in quota Carroccio dovrebbe esserci Giuseppe Valditara all’Istruzione, Roberto Calderoli agli Affari Regionali.

Tutto semplice per Fratelli d’Italia dove appaiono certi Giovan Battista Fazzolari a sottosegretario a palazzo Chigi, Guido Crosetto allo Sviluppo economico, Adolfo Urso alla Difesa e Raffaele Fitto alle Politiche Ue. Eugenia Roccella dovrebbe accasarsi al ministero per la Famiglia mentre Daniela Santanché sembra destinata al Turismo.

L’esecutivo sarà saldamente atlantista. E Meloni avverte: “Chi non è d’accordo non potrà far parte del governo”

“Su una cosa sono stata, sono, e sarò sempre chiara- ha avvisato, ieri, la leader di FdI – intendo guidare un governo con una linea di politica estera chiara e inequivocabile. L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo”.

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