Caos negli hub vaccinali e fuga da AstraZeneca: bilancio flop per il governo dei migliori

Tra il caos dello stop AstraZeneca e il vaccino da somministrare a chi passa il bilancio del governo dei migliori è un flop clamoroso

Caos negli hub vaccinali e fuga da AstraZeneca: bilancio flop per il governo dei migliori

Un passo in avanti e dieci indietro. Tra il caos creato con lo stop ad AstraZeneca e quello delle dichiarazioni sul vaccino da somministrare anche a chi passa per strada per non sprecare dosi, il piano Draghi per accelerare la campagna anti-Covid sembra essersi impantanato.

Caos negli hub vaccinali e fuga da AstraZeneca: e il governo?

Le vaccinazioni vanno a rilento, le rinunce abbondano, paradossalmente gli assembramenti si stanno creando anche negli hub vaccinali. E intanto ospedali e terapie intensive scoppiano di pazienti contagiati dal virus. Un’emergenza sanitaria e di conseguenza economica che come in un sinistro gioco dell’oca sembra riportare l’Italia al punto di partenza. Ai problemi in cui si dibatteva lo scorso anno quando il coronavirus era un mostro ancora sconosciuto e c’era tutto da organizzare. Andrà meglio, magari a breve andrà anche molto meglio, ma al momento il risultato del Governo dei migliori è tristemente questo ed è difficile dire che andrà tutto bene.

Il premier Mario Draghi, cambiando anche il vertice della Protezione civile e della struttura commissariale per l’emergenza Covid, dieci giorni fa ha annunciato che entro giugno sarebbero state somministrate sessanta milioni di dosi di vaccino. Ha promesso un nuovo ed efficace piano vaccinale. Utile a contrastare la risalita della curva del contagio, e ha pure specificato che da Pasqua si sarebbe passati a circa 700mila iniezioni al giorno contro le circa 100mila attuali. Con tanto di regole uniche per tutte le regioni e una campagna porta a porta. L’obiettivo? Quindici milioni di persone vaccinate a fine giugno.

Un’organizzazione militare, con a capo un generale, Francesco Paolo Figliuolo, subentrato al manager Domenico Arcuri. “Faremo di tutto per evitare che quanto accaduto la scorsa primavera possa ripetersi”, ha specificato lo stesso Draghi visitando il centro vaccinale di Fiumicino. Poi però, seguendo a ruota la Germania, è stato sospeso in via cautelativa AstraZeneca. Salvo dire dopo tre giorni che il farmaco non presenta rischi e tornare a utilizzarlo. E il generale Figliuolo ha anche affermato che per non buttare neppure una dose sarebbe stato vaccinato anche chi passa vicino a un hub.

Leggi: La Asl assolve Scanzi vaccinato come caregiver ma la procura apre un fascicolo

Bilancio flop per il governo dei migliori

Il risultato è stato che, per l’incredibile accertamento scientifico. Utile a sgomberare il campo dai sospetti in appena tre giorni, i cittadini hanno paura di AstraZeneca. E molti di quelli che dovevano vaccinarsi hanno dato forfait. Ed è stato anche quello che, un po’ per le parole del generale e un po’ per la solita disorganizzazione delle Regioni, gli assembramenti ora si stanno creando anche attorno ai centri vaccinali. Altro che accelerazioni alla campagna vaccinale e organizzazione teutonica.

Anche ieri le disdette agli appuntamenti per le vaccinazioni col vaccino anglo-svedese hanno fatto esprimere preoccupazione al Piemonte: “Li richiamiamo e cerchiamo di sensibilizzare la gente”, ha affermato preoccupato l’assessore regionale alla sanità Luigi Icardi. “C’è il problema dei cittadini che si prenotano o hanno la prenotazione. E non gliene frega niente di farsi il vaccino, non si presentano e non avvisano. Speriamo si riduca sempre di più la storia dell’abbandono su AstraZeneca da parte soprattutto dalla categoria degli insegnanti”, ha aggiunto il governatore Luca Zaia. Ma c’è appunto anche il problema degli hub presi d’assalto e delle liste di riserva.

“Ogni dose di vaccino anti-Covid in questo momento è oro e in questo senso è giusto il messaggio del generale Figliuolo, quando dice che nessuna dose va buttata per nessun motivo”, ha dichiarato il virologo dell’università statale di Milano, Fabrizio Pregliasco. Aggiungendo però che “ci vorrebbe un sistema organizzato e trasparente”, una lista insomma dei “panchinari del vaccino” che dovrebbe essere redatta secondo “criteri di priorità definiti a livello nazionale”. Senza contare che continuano drammaticamente a mancare medici e infermieri e non vengono ancora impiegati i monoclonali ritenuti fondamentali per evitare le ospedalizzazioni. Il piano dei migliori non sembra il migliore