“Daje!!!”. Con questa espressione di giubilo, tipicamente romana, la sindaca Virginia Raggi incassa la notizia che il governo candiderà Roma ad ospitare l’Esposizione universale del 2030 (qui il suo post). Una vittoria a tutto tondo per la prima cittadina della Capitale che da due anni (leggi l’articolo) si spende per portare a Roma l’evento. I quattro candidati a sindaco – Calenda, Gualtieri, Michetti e Raggi – avevano scritto a giugno una lettera al premier in cui chiedevano di sostenere la candidatura di Roma.
Ieri Mario Draghi ha risposto positivamente: “Si tratta senz’altro di una grande opportunità per lo sviluppo della città”. A marzo la Raggi dichiarava: “Come Roma capitale stiamo puntando a agganciare tre eventi importanti: il Recovery plan, per il quale abbiamo presentato 159 progetti al governo, il Giubileo del 2025 e Roma Expo 2030. Possiamo puntare a fare di Expo 2030 non solo una vetrina ma una prova concreta di come potrebbero essere le nostre città se fossero tutte smart e improntate a criteri di sostenibilità. E’ una grande possibilità di mettere insieme le migliore menti per realizzare un intero quartiere ecosostenibile che anche dopo Expo possa vivere di vita propria”.
E, andando ancora più indietro nel tempo, nell’ottobre del 2020, annunciava: “Roma è pronta a candidarsi per ospitare Expo 2030, che può rappresentare una grande occasione per il definitivo rilancio della città come grande capitale internazionale. È il momento di immaginare un futuro in cui Roma sia sempre più in grado di attrarre investimenti, creatività, grandi progetti di rigenerazione urbana e di sviluppo sostenibile, innovazione, lavoro”. Oggi l’occasione è a portata di mano: “Inizia ufficialmente – dice l’esponente pentastellata – un percorso impegnativo ed entusiasmante: dobbiamo battere le candidature di Mosca e Busan. Ora dobbiamo fare squadra”.
La sindaca ricorda, appunto, che si tratta di un progetto partito due anni fa che si è sempre più consolidato grazie al contributo di tutti gli attori istituzionali e privati. E ancora: “Per Roma si tratta di un particolare motivo di orgoglio perché supera il racconto di una città dove non si possono fare le cose, anzi è la dimostrazione che a Roma si può fare tutto e anche meglio”. L’agenzia internazionale di rating Standard&Poor’s, quest’anno, ha cambiato l’outlook di Roma facendolo passare da negativo a stabile: è “un segnale importante”, commenta la sindaca, “perché significa dire agli investitori che conviene puntare su Roma e, di conseguenza, vuol dire più impegno di spesa e più lavoro per la Capitale e per l’Italia”.
NESSUN PREGIUDIZIO. I parlamentari romani pentastellati ricordano che il no alle Olimpiadi non era un no pregiudiziale ai grandi eventi ma si giustificava con un particolare periodo storico: “Dopo il No alle Olimpiadi siamo stati accusati di essere contrari per principio ai grandi eventi. Non è così. Questo Expo 2030 dimostra l’esatto contrario: diciamo no agli eventi che rappresentano sperpero di denaro pubblico e un regalo a palazzinari e poteri forti mentre sosteniamo le grandi opere se realizzate bene e con i conti in ordine.
Questa di Expo 2030 è un’opportunità per Roma che, adesso, finalmente – e a differenza del passato e ai tempi di Mafia Capitale – è pronta ad ospitare un evento di tale entità”. Esulta il leader del M5S: “Una grande opportunità per Roma e per l’Italia intera. Impegniamoci insieme a ogni livello istituzionale per raggiungere questo importante obiettivo. Facciamo correre la Capitale”, dice Giuseppe Conte.