Grassi ritardi dei voltagabbana. Indietro con le restituzioni. I bonifici dell’ex M5S Lucidi si fermano a maggio. Dei 3 transfughi pentastellati solo Urraro è in regola

Una premessa è d’obbligo: stando a quanto riportato sul sito pentastellato che monitora le restituzioni dei portavoce M5S (tirendiconto.it), non sono pochi quelli che sarebbero indietro con i bonifici. Ma, visti i tempi, è senz’altro curioso che ad esserlo sarebbero – sempre secondo quanto riportato dal sito ufficiale – anche i tre parlamentari che hanno appena lasciato il Movimento per emigrare dagli ex alleati di Governo (la Lega). Parliamo, cioè, di Stefano Lucidi, Ugo Grassi (nella foto) e Francesco Urraro. Stando al sito risulta, per dire, che le restituzioni di Lucidi, il deputato con più lunga esperienza tra i tre essendo alla seconda legislatura, si sono fermate a maggio. Se non consideriamo dicembre, parliamo di un “buco” di sei mesi. Che certamente non sono pochi. Poco meglio avrebbe fatto – stando sempre ai dati inseriti sul sito tirendiconto.it – il senatore Grassi, le cui restituzioni contano un mese di più, giugno. Più o meno in regola con gli altri, invece, il senatore Urraro: in questo caso, infatti, è vero che i dati si fermano ad agosto (cioè tre mesi fa), ma è altrettanto vero che agosto è proprio l’ultimo mese di rendicontazione pubblicata sul sito per tanti parlamentari cinque stelle.

TERTIUM NON DATUR. Ci sarà, ovviamente, una ragione più che logica per questi ritardi. Anche perché, a onor del vero, ci sono tanti senatori e tanti deputati che sono in una situazione anche peggiore a quella dei tre ex. E delle due l’una: o ci sono oggettivi ritardi nei pagamenti e nelle restituzioni, oppure il sito di trasparenza e monitoraggio messo in piedi dai Cinque stelle non è poi così trasparente, dando così luogo a equivoci e calcoli di fatto impossibili. Al di là di quale sia la ragione, risultano parlamentari con le restituzioni ferme addirittura a dicembre 2018. Un anno fa. In totale in questa paradossale situazione si trovano 16 deputati e 7 senatori. È il caso, ad esempio, dell’onorevole Mara Lapia che, non a caso, risulta aver restituito “solo” 18mila euro e rotti. Stessa situazione per una manciata di senatori, da Pietro Lorefice a Luigi Di Marzio fino a Fabio Di Micco. Anche per loro le restituzioni si fermano a 18mila euro e rotti. E non mancano i big, come nel caso del ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti.

CHI NON SGARRA. La questione non è secondaria. Perché se è vero che potrebbe essere un problema del sistema, è altrettanto vero che per altri parlamentari i bonifici risultano effettuati fino all’ultimo mese disponibile. È il caso ad esempio del molisano Antonio Federico che ha restituto finora, dopo cinque anni da consigliere regionale e questo scampolo da deputato, oltre 277mila euro. Tra gli altri, spicca anche il sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia, perfettamente in regola con i pagamenti. Insomma, a quanto pare tirendiconto.it più che semplificare le cose rischia di complicarle, aprendo un forte dubbio su tanti portavoce. Resta, tuttavia, il clamoroso e meritevole dato cumulativo, che segna di fatto una differenza netta rispetto alle altre forze politiche. Finora, infatti, il Movimento ha restituito la bellezza di 104 milioni di euro, di cui 84 milioni con i tagli in Parlamento. Di questi ben 44 sono frutto delle rinunce a indennità e rimborsi. Al di la del meritato plauso, non vorremmo solo che in realtà questi 44 dovrebbero essere molti di più.